Una coppia di anziani aggredita nel sonno a Jesi: ora emergono le terribili parole pronunciate dall’assassino che ha problemi psichici.
Nell’omicidio di Jesi emergono le ultime terribili parole della coppia aggredita e dell’assassino che si è introdotto in casa loro mentre dormivano.
La tremenda aggressione dei due anziani di Jesi
Alle prime ore dell’alba del 3 luglio la piccola cittadina marchigiana di Jesi ha assistito ad un’agghiacciante ed inspiegabile omicidio.
Un giovane si è introdotto in una villetta intorno alle 5 di mattina mentre, ignari di ciò che sarebbe successo, due pensionati stavano dormendo.
Fiorella Scarponi ed Italo Giuliani, 69 e 74 anni, erano infatti a letto quando sono stati risvegliati bruscamente: un uomo si era introdotto in casa loro rompendo una finestra.
Quello che è accaduto in seguito è terribile: il 25enne si è avventato contro la coppia brandendo un pezzo di vetro.
La prima a cadere, colpita a morte alla gola, è stata Fiorella. In seguito Italo ha tentato di difendersi ed è sopravvissuto per miracolo con gravi ferite.
“Ci ha aggrediti nel sonno..mi ha picchiato e mi ha colpito più volte con un vetro”.
L’uomo, come riporta il settimanale Giallo, è stato a lungo ricoverato in terapia intensiva mentre per la povera moglie non c’è stato nulla da fare.
L’assassino era già stato segnalato
Le forze dell’ordine hanno trovato l’assassino ancora sulla scena del delitto, nascosto in un cespuglio all’esterno della casa.
Le grida strazianti dei due suoceri infatti hanno allarmato i vicini che già conoscevano bene l’autore dell’efferato omicidio: si tratta di Michel Santarelli, 25enne con disturbi psichici.
Il giovane infatti aveva già cercato più volte di accedere alle case del vicinato e tutti lo consideravano pericoloso.
Il ragazzo durante l’arresto avrebbe detto solo poche ed incomprensibili parole che possono dare un’idea del suo stato psichico:
“Ho sentito le parole del diavolo”
Per tale motivo era anche seguito dai servizi sociali della zona ed ora si indaga se vi sono delle responsabilità nell’aver sottovalutato il caso.