Il caso di Chiara Bariffi, trovata in fondo al lago di Lecco grazie ad una sensitiva potrebbe essere riaperto: a chiederlo lo psicologo che l’aveva in cura.
Non si sarebbe trattato di suicidio: ne è certo lo psicologo di Chiara Bariffi scomparsa nel 2002 e ritrovata annegata a Lecco.
La scomparsa di Chiara Bariffi ed il suo ritrovamento grazie alla sensitiva
La tragica storia di Chiara Bariffi riporta indietro al 30 novembre del 2002 data della scomparsa della 32enne di Bellano in provincia di Lecco.
La giovane fu vista per l’ultima volta in un locale di Dervio intorno alle 2.30 di notte, in seguito lei stessa disse che si sarebbe recata a casa.
Ma della giovane e della sua auto, una Daihatsu bordeaux nessuno seppe più nulla.
La sorella di Chiara la sera successiva si recò a sporgere denuncia di scomparsa anche se in un primo momento i familiari pensarono si fosse trattato di un allontanamento volontario.
“Chiara aveva una vita irregolare..poi capimmo che le era successo qualcosa di brutto”
Dichiarò la sorella in aula, come riporta Giallo.
Il corpo della giovane, all’interno della sua auto, fu ripescato solamente tre anni dopo nel lago di Lecco grazie alla segnalazione di una sensitiva Maria Rosa Busi, contattata dai genitori di Chiara.
Lo psicologo scrive un libro: potrebbe essere stato omicidio?
Il mistero della morte non è mai stato chiarito: gli inquirenti non trovarono segni di violenze sul corpo della 32enne ma indagarono due uomini della zona.
A processo andarono due amici della vittima, il 52enne Sandro Vecchiarelli e Maurizio Barilli.
I giudici prosciolsero prima Barili e poi nonostante elementi contrastanti, anche Vecchiarelli venne assolto.
Ora Enrico Magni, criminologo e psicoterapeuta che aveva in cura la donna, ha scritto un libro i cui ripercorre la vicenda in forma romanzata.
Lo specialista è convinto che il caso sia da riaprire perché Chiara potrebbe essere stata uccisa.
“Chiara Bariffi è stata uccisa…Bisogna indagare sulle piste lasciate aperte”.
Come rivela lo stesso Magni a Giallo, Chiara avrebbe avuto disturbi mentali per i quali però vedeva miglioramenti.
Il fatto che il Pm chiese l’assoluzione degli imputati parve molto strano al criminologo che ora si batte attraverso il suo libro “Omicidio Irrisolto” per arrivare alla verità.