La fede sarda è un anello di fidanzamento che, nonostante la sua storia antica, è riuscita ad essere ancora oggi, un monile desiderato e di tendenza.
Considerato da qualcuno come l’anno di fidanzamento più bello di sempre, ecco la storia della fede sarda.
Una storia che risale al 1800 a.C.
Le origini della fede sarda risalgono al 1800 a. C. quando se ne ebbero le prime testimonianze dell’anello. Fu quindi all’epoca nuragica che se ne sentì parlare per la prima volta. Un gioiello che bisognava mettere all’anulare sinistro, posizione dove, notoriamente, scorre quella che i latini chiamano vena amoris. La funzione dell’anello era quella di suggellare un amore, un’unione eterna ma anche la nascita di un figlio.
Secondo la tradizione, la fede sarda deve essere regalata alla propria figlia, dalla mamma. Lo scopo è quello di tramandare l’anello attraverso le generazioni della famiglia.
Perché è speciale
La leggenda che accompagna questo gioiello è molto particolare. In passato, infatti, si credeva che fosse forgiato dalla fate che popolavano le aree brulle della Sardegna all’epoca dei nuraghi. Queste si chiamavano Janas e vivevano nelle domus dove lavorano alla filigrana che avrebbe composto gli anelli a cui andavano aggiunte pietre preziose facilmente reperibili sull’isola mediterranea. Un esempio? Corallo e ossidiana. Erano proprio le fate ad indossare i gioielli per le occasioni importanti.
A Fonni (Nuoro), nel 1986, Tore e Raffaele Pirisi, due artigiani, si occupavano della realizzazione a mano, delle fedi. Oltre alla leggenda è molto particolare la lavorazione dell’anello. Ce ne sono di due tipi: a ragnetti e pallini e a pallini, canottigli e foglioline.