Foiba di Basovizza, Italia-Slovenia unite: “La sofferenza sia patrimonio comune”
I Presidenti Mattarella e Pahor hanno deposto una corona di fiori alla foiba di Basovizza, dove i partigiani jugoslavi hanno gettato duemila italiani tra militari e civili.
I due Presidenti hanno deposto una corona di fiori alla foiba di Basovizza e al monumento dei caduti sloveni.
Pahor è il primo presidente di uno dei Paesi nati dalla disgregazione della ex Jugoslavia a commemorare le vittime italiane delle foibe.
Il capo dello Stato a Trieste con il presidente sloveno rende omaggio alla foiba di Basovizza: la storia non si cancella e le esperienze dolorose sofferte dalle popolazioni di queste terre non si cancellano.
Il monumento commemora quattro antifascisti sloveni fucilati nel 1930 per ordine del Tribunale speciale fascista.
“La storia non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano”,
sottolinea il Presidente della Repubblica invitando tutti a guardare avanti senza dimenticare i drammi della storia. Il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro.
Commemorazione Foiba di Basovizza: la soddisfazione dei Presidenti
Il Presidente sloveno ha espresso soddisfazione per l’evento:
“Oggi come disse qualcuno, viviamo quei sogni proibiti che si avverano, come se dopo cento anni tutte le stelle si fossero allineate. Ma non lo hanno fatto da sole, siamo stati noi a farlo”.
Anche lo stesso Presidente Mattarella non ha dubbi:
“Sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace”.
Il significato di frontiera come separazione
“è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione Europea”.
L’anima profonda di questa Europa, sottolinea lo stesso Mattarella, sta proprio nel dialogo fra popoli, fra culture, fra esperienze diverse che consentono di raggiungere obiettivi ambiziosi.
“In questo modo le aree di confine non sono più motivi di contrapposizione ma divengono cruciali; e si manifestano come le cerniere del tessuto connettivo dell’Unione Europea”,
afferma Mattarella.