Vertice UE, trovata soluzione sulla governance del Recovery Fund.
Vertice UE, quarto giorno: fonti italiane riferiscono che è stata trovata una soluzione sulla governance del Recovery Fund:
“l’attivazione del freno di emergenza sarà possibile solo in casi eccezionali”.
A decidere però non sarà il Consiglio, ma la Commissione UE.
Il Premier Conte è stato protagonista di un lungo braccio di ferro con l’olandese Rutte, conclusosi con la sospensione della plenaria.
Germania e Francia ritengono che dall’inizio del summit ci sono stati progressi, anche se la negoziazione è stata piuttosto difficile.
La divisione principale è tra nazioni colpite duramente come l’Italia e la Spagna, e membri dell’UE che vogliono ridurre i finanziamenti.
I c.d. paesi “frugali” vogliono che le sovvenzioni siano limitate e € 390 miliardi (£ 352 miliardi; $ 445 miliardi) è l’ultima cifra accordata dalle parti.
Inizialmente i leaders avevano proposto un “pacchetto” da 750 miliardi di euro, consistente principalmente in prestiti.
Le negoziazioni che dovevano concludersi sabato avrebbero dovuto riprendere lunedì pomeriggio. Il vertice UE è giunto al quarto giorno e si preannuncia essere più lungo di quello di Nizza nel 2000, quando i colloqui erano durati cinque giorni.
Intanto, il numero di contagi di coronavirus ha raggiunto i 14,5 milioni a livello globale, secondo la Johns Hopkins University.
Vertice UE, cosa ostacola il compromesso?
Gli Stati membri UE sono ampiamente divisi tra quelli più colpiti dall’epidemia – e desiderosi di rilanciare le proprie economie – e quelli più preoccupati per i costi del piano di ripresa.
Nelle prime ore di lunedì, secondo quanto riferito, il presidente francese Emmanuel Macron ha sbattuto la mano sul tavolo e ha minacciato di uscire.
Tuttavia, quando è arrivato per la sessione pomeridiana, è stato più ottimista, dicendo:
“Ci sono stati momenti molto tesi, momenti che probabilmente saranno ancora difficili, ma su questo argomento le cose sono andate avanti e ora dobbiamo entrare nei dettagli del nuovo proposta.”
La proposta riguarda la principale area di controversia: l’importo da versare in sovvenzioni. Almeno una proposta precedente sulla questione era stata presentata durante il vertice.
I quattro paesi “frugali” – Svezia, Danimarca, Austria e Paesi Bassi – insieme alla Finlandia, si erano opposti alla possibilità di offrire € 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni ai paesi più colpiti dal Covid-19.
Guidati dal Primo Ministro olandese Mark Rutte, avevano fissato 375 miliardi di euro come limite. Gli altri membri UE, tra cui Spagna e Italia, si sono rifiutati di scendere sotto i 400 miliardi di euro. I diplomatici affermano che la cifra di 390 miliardi di euro potrebbe ora essere il “giusto” compromesso.
La Cancelliera Angela Merkel ha dichiarato:
“Ieri sera, dopo lunghe trattative, abbiamo trovato il modo di giungere ad un possibile accordo.
Questo rappresenta un passo avanti e speriamo di poter raggiungere un’intesa definitiva”.
Questo è il primo incontro faccia a faccia tra i leader da quando i governi hanno iniziato a imporre il lockdown per contenere il contagio del virus.
Vertice UE: Italia, il paese più colpito dalla pandemia Covid
L’Italia è stata uno dei primi paesi europei ad essere “colpito” dall’emergenza pandemica e ha registrato 35.000 morti, uno dei più alti al mondo.
Il premier Giuseppe Conte, che in precedenza si era lamentato del fatto che l’Europa era
“sotto il ricatto dei c.d. paesi “frugali””,
ha affermato di essere cautamente ottimista nel raggiungere un accordo.
Conte ha difeso l’ultima proposta che Charles Michel ha portato sul tavolo negoziale.
Perfino il Ministro olandese Rutte ha affermato di essere
“un po’ più fiducioso”.
Domenica, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha accusato il Ministro olandese Rutte di una vendetta personale e di aver cercato di collegare un aiuto finanziario a questioni politiche.
Orban, e il suo omologo polacco, hanno minacciato di porre il veto sul pacchetto se viene adottata una politica di trattenimento di fondi da parte dei paesi membri UE che non soddisfano determinati principi democratici.