Al centro delle polemiche l’accordo che porterebbe l’1% delle royalties all’ospedale in seguito all’effettuazione dei test sierologici utili a individuare nuovi casi di Coronavirus.
Il coronavirus non ha solo minacciato la salute di tutti noi, ma in alcuni casi, come abbiamo visto in passato, è riuscita a tirare fuori il peggio di ognuno. Oggi, infatti, racconteremo di una nuova polemica strettamente collegata al virus. A quanto pare la Procura della Repubblica di Pavia avrebbe denunciato, tramite un comunicato stampa, l’accordo preso tra il policlinico San Matteo e la Diasorin.
L’accusa rivolta all’ospedale di Pavia e alla società piemontese sarebbe quella di aver iniziato la sperimentazione sierologica di massa in Lombardia con un affidamento diretto. Un accordo, quello tra il medico del policlinico Fausto Baldanti e la Diasorin che avrebbe destato non pochi sospetti già mesi fa.
Secondo gli accordi al San Matteo sarebbero arrivati l’1% delle royalties
Secondo gli accordi stretti tra le parti, il policlinico di Pavia avrebbe dovuto ricevere delle royalties dell’1% a seguito dei test. Una situazione che avrebbe generato in Baldanti un conflitto d’interessi dato che risulta essere membro del Comitato tecnico scientifico del consiglio superiore della Sanità e di un altro movimento sanitario della Lombardia. Il professore, infatti, avrebbe nascosto ad entrambe le appena citate realtà l’accordo preso con il policlinico.
In seguito alla polemica Baldanti si sarebbe dimesso
A seguito della fuoriuscita dello scandalo, Baldanti avrebbe preferito dimettersi dai gruppi di lavoro, senza però fare nessuna ammissione di colpa, anzi. A rendere ancora più delicata la situazione ci ha pensato la TechnoGenetics la quale attraverso i loro avvocati, Francesco Abiosi e Ludovico Bruno, avrebbe contestato duramente l’accordo, sostenendo che si sarebbe dovuto raggiungere tramite un bando aperto a tutti.