Crisi Ryanair: rischio chiusura base tedesca e “tagli” al personale.
Ryanair intende chiudere, a partire da novembre, la sua base tedesca all’aeroporto Hahn di Francoforte.
Anche gli uffici presenti negli aeroporti di Berlino, Tegel e Duesseldorf rischiano di essere chiusi per la fine di settembre.
“La decisione è stata assunta dopo che i piloti tedeschi hanno rifiutato i tagli alle retribuzioni avanzati”
riporta una nota della popolare compagnia aerea irlandese.
I “tagli” sono necessari a causa delle ripercussioni economiche da lockdown, legato alla pandemia in corso.
Non solo Ryanair, ma tutte le compagnie aeree hanno lottato a causa delle restrizioni di viaggio globali volte a contenere la diffusione del coronavirus.
I piloti e l’equipaggio di cabina britannici di Ryanair hanno recentemente votato per accettare tagli agli stipendi per ridurre le perdite di posti di lavoro.
Ryanair “taglia” posti di lavoro, l’annuncio della compagnia aerea
“Dobbiamo proseguire con misure alternative per realizzare risparmi, il che purtroppo significherà chiusure e licenziamenti di base”,
ha riferito Ryanair in una nota aziendale ai suoi piloti tedeschi.
Ryanair ha annunciato a maggio di tagliare 3000 posti di lavoro in Europa.
Tuttavia, all’inizio di questo mese, la società ha rivelato di aver concluso un accordo con il sindacato in modo tale da salvaguardare i posti di lavoro dell’equipaggio di cabina nel Regno Unito.
Ryanair deve ancora specificare quanti posti di lavori saranno influenzati dai cambiamenti dello scenario economico in Germania.
Ryanair, tagli ai posti di lavoro: l’intervento del Sindacato
Il sindacato della compagnia aerea tedesca Vereinigung Cockpit ha dichiarato che
“meno della metà dei piloti era favorevole all’accettazione”
dell’accordo di pagamento.
“Riteniamo che l’accordo avrebbe il potenziale per danneggiare l’intera comunità pilota in tutta la Germania”, ha affermato.
Ryanair ha affermato che i tagli proposti si basano sui piani di pianificazione attuali e ha insistito sul fatto che potrebbero diventare “considerevolmente peggiori” in caso di ripresa del coronavirus.
“Durante i negoziati abbiamo chiarito che se il voto non avesse avuto successo, il passo successivo avrebbe dovuto essere il licenziamento”,
ha affermato.
“È strano che il sindacato abbia tentato contro l’accordo sapendo benissimo che il risultato sarebbe stato la chiusura di basi e la perdita di posti di lavoro”.