Pompeo attacca la Cina affermando che se il mondo libero non blocca il partito comunista cinese saremo noi ad essere sopraffatti. Tutto il discorso completo.
Durante il suo discorso alla Richard Nixon Library negli Stati Uniti, Pompeo attacca la Cina: il regime comunista deve cambiare.
Il Segretario Generale del Partito Comunista, Xi Jingping, è stato definito da Pompeo come un adepto di un’ideologia totalitaria.
L’ammonizione di Pompeo al mondo libero è chiara e sonora, l’impellente necessità di trionfare sul partito comunista cinese non si può più negare.
Il segretario di Stato americano ha confermato di voler chiudere il consolato cinese con sede a Houston in Texas affermando che tale sede diplomatica era:
Un covo di spie
A detta del segretario l’unico obiettivo di questo consolato è sempre stato quello di rubare segreti industriali agli USA.
Ecco quali sono stati i punti salienti del discorso di Pompeo nel suo attacco verbale a Xi Jinping e tutto il PPC.
Pompeo attacca la Cina, bisogna cambiare il PCC
L’attacco di Pompeo alla Cina è limpido e chiarissimo agli ascoltatori, le relazioni con la potenza orientale devono cambiare.
E’ ora che i cinesi cambino la guida del partito comunista.
Rivolgendosi ai cittadini cinesi ha lanciato un chiaro appello al cambiamento, i rapporti tra Washinghton e Pechino devono mutare.
Si instaura così nell’aria un gelido clima da guerra fredda ipotizzando un cambio del regime nella superpotenza cinese.
Fino poco tempo fa il rapporto con la Cina e con lo stesso Xi Jinping non erano così inaspriti.
Il segretario generale del PCC godeva di stima e benevolenza da parte dell’amministrazione Trump.
Il presidente degli Stati Uniti ha a lungo invidiato la longevità e la forza della leadership di Xi Jinping e nei suoi desideri dimorava la possibilità di poterlo un giorno incontrare personalmente: sono tempi lontani questi.
Oggi Pompeo pensa di Xi Jinping: ‘crede nell’ideologia totalitaria’ paragonandolo perciò ai dittatori e ai tiranni del passato e del presente.
Il segretario di stato degli Stati Uniti ha poi continuato: ‘Abbiamo immaginato che l’impegno con la Cina avrebbe prodotto un futuro con brillanti promesse di cortesia e cooperazione.
‘Oggi indossiamo ancora mascherine e osserviamo la pandemia crescere perché il PCC ha fallito nelle sue promesse al mondo‘.
Non c’è dubbio che il Coronavirus abbia contribuito a inasprire i rapporti con la Cina e in particolare le accuse che avevano insinuato che fosse proprio la superpotenza orientale ad aver dato inizio al diffondersi del virus, pur sapendolo e tacendo.
Accuse di spionaggio e persecuzione politica
Una mossa inaspettata quella di chiudere l’ambasciata cinese a Houston, Texas, per accuse di spionaggio industriale.
Il Tycoon ha minacciato di agire contro altre sedi diplomatiche cinesi su suolo americano se la situazione non prende una piega migliore.
Nel frattempo l’FBI è intenta ad assediare il consolato di San Francisco dove una biologa cinese che dopo esser sfuggita all’arresto si è rifugiata lì.
Pendono delle gravi accuse su questa donna: ci sono indizi che fanno pensare a dei legami con l’Esercito di liberazione.
Il portavoce del ministero degli esteri cinese Wenbin afferma:’ L’America sta sorvegliando, molestando e reprimendo studenti e ricercatori cinesi negli Stati Uniti, attribuendo loro colpe che rappresentano una persecuzione politica che viola gravemente gli interessi dei cittadini cinesi’.
Mike Pompeo ha prontamente risposto:
Sono decenni che l’America non reagisce. Ora basta, è una questione di sicurezza nazionale