A Mandello, sul lago di Como, un 26enne è morto tuffandosi in un punto dove è vietato. Doveva scattare una foto da pubblicare sui social.
Benché in quel punto del lago di Como sia vietato tuffarsi, tanti ragazzi continuano a lanciarsi per farsi fotografare o filmare con lo smartphone.
E’ accaduto alle gallerie del Moregallo
Quel punto del lago di Como è pieno di avvisi di pericolo e divieti. C’è stata anche un’ordinanza del sindaco. Si tratta delle gallerie del Moregallo dove tanti giovani continuano a tuffarsi alla ricerca dell’immagine perfetta da condividere sui social.
Purtroppo, è stato proprio un tuffo ad uccidere un ragazzo di Milano, ma originario dell’Equador, di 26 anni. Il ragazzo si trovava a Mandello del Lario, si è tuffato in acqua e non è più risalito a galla. Il suo cadavere è stato recuperato dai sommozzatori. Si chiamava Jean Carlos Falconi Zambrano.
La dinamica dell’incidente
Il tuffo fatale è avvenuto sabato 25 luglio, attorno alle 7:30 di sera. Il ragazzo si è lanciato da una finestra della galleria. Gli amici del giovane erano pronti a filmare la sua performance. Il ragazzo, però, dopo il tuffo non è più riemerso e quei cellulari sono serviti per chiamare i soccorsi.
I vigili del fuoco hanno recuperato il cadavere a 20 metri di profondità. Una galleria che viene considerata maledetta per aver mietuto già numerose vittime. E’ la quarta persona che muore nel braccio di Lecco del lago di Como in una settimana.
Come si legge da TgCom24, il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli ha affermato:
“Mandello è uno dei paesi più facili da raggiungere sia in treno sia in auto. I ragazzi arrivano soprattutto dal Monzese e dal Milanese. Ho fatto anche un’ordinanza per impedire questi tuffi, ma i giovani che arrivano al Moregallo sono in continuo aumento”.
Il sindaco ha continuato dicendo che la zona è diventata famosa sui social proprio per i tuffi proibiti. Spesso i giovani si lanciano incuranti dei rischi a cui potrebbero andare incontro.