Approvata una nuova legge anti social media in Turchia affinché il controllo dei contenuti sui social da parte del governo sia più completo e stringente.
In Turchia è stata da poco approvata una nuova legge anti social media che incatena virtualmente le grandi piattaforme social come Facebook e Instagram.
Il presidente Turco ha disposto che le piattaforme social debbano nominare un rappresentante ufficiale locale per controllare i contenuti e, se necessario, rimuoverli.
I dati degli utenti devono essere rigorosamente archiviati in Turchia e chi non rispetta queste norme pagherà multe salatissime.
Nuovo MedioEvo della censura online
afferma con totale sgomento Human Rights Watch.
La legge anti social media è una vera e propria corda stringente intorno al collo delle piattaforme social delle quali la libertà di espressione e condivisione è il fondamento principale.
Legge anti social media: libertà di espressione strozzata
Sferrato un attacco frontale mirato ai social media da parte del presidente turco Erdogan: la nuova legge anti social media, il cappio che darà un ulteriore stretta alla libertà di espressione in Turchia.
Il governo locale acquisisce così molto più controllo e dominio sui contenuti condivisi sui social media.
Saranno istituiti obbligatoriamente dei sorveglianti locali che vigileranno i contenuti.
Il loro compito sarà anche quello di rimuovere tutti i contenuti che violano le norme vigenti in Turchia.
Multe salate a chi infrange le norme vigenti e la libertà di espressione sarà sempre più strozzata.
Una legge fortemente voluta dai due partiti che detengono la maggioranza:
- Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP)
- Partito del Movimento Nazionalista (MHP)
Il presidente Recep Tayyip Erdogan appartiene all’AKP e ha già dimostrato poco tempo fa poca flessibilità mentale cancellando la serie Tv Netflix, di produzione turca, If Only.
Le piattaforme social in Turchia registrano più di 1 milione di utenti al giorno i cui contenuti social da adesso saranno passati alla lente di ingrandimento.
Da ora i social media come Facebook, Twitter, Instagram o Youtube saranno obbligati a designare un loro rappresentante ufficiale che dovrà detenere obbligatoriamente la cittadinanza turca.
L’archiviazione dei dati degli utenti deve essere fatta in Turchia e non fuori dai confini nazionali per permettere un accesso privilegiato ai magistrati in caso si indagini.
L’opposizione in disaccordo
È evidente come questa nuova legge sia una catena metaforica che imprigiona la libertà virtuale degli utenti.
L‘opposizione contrasta la scelta del presidente affermando che questa legge limiterà ancor di più la libertà di espressione in Turchia.
Sono migliaia le persone accusate di aver insultato il presidente Erdogan sui social e già troppi i giornalisti messi dietro le sbarre.
Se Ankara ora possiede anche il controllo dei social media l’informazione indipendente e non filtrata sarà un lontano ricordo in Turchia.
Con questa legge la stampa, i media e ora anche social media sono in mano ai maggiori esponenti governativi e ai loro alleati: più che Medioevo forse si ritornerà al Paleolitico dell’informazione.