La Francia ha un piano che punta sulla tutela dell’ambiente e della biodiversità per poter uscire dalla crisi economica post coronavirus.
La Francia si gioca il tutto per tutto per uscire dall’attuale crisi economica che sta vivendo, puntando alla tutela del’ambiente e della biodiversità. Il piano parte da un referendum, che chiederà ai cittadini se desiderano modificare la Costituzione, inserendovi l’ecologia. Si vuole aggiungere il principio della:
“lotta contro il riscaldamento climatico e il rispetto della biodiversità”.
Le misure post Convention citoyenne
In attesa del prossimo voto per il referendum, stanno entrando in vigore delle misure concrete. Saranno presto legge, 3 delle 146 proposte scaturite dalla Convention citoyenne, che mira a contenere i cambiamenti climatici:
Nuovi parchi e riserve
La politica che prevede l’istituzione di nuove riserve, parchi naturali per salvaguardare l’ambiente e la biodiversità non si ferma in questo periodo post lockdown. Presto si aprirà il parco del Mont Ventoux e di quello della Baia del Somme in Picardie.
Dehors e terrazze dei locali pubblici
Dal 2021 non si potranno più tenere caldi i dehors e le terrazze di bar e ristoranti se non sono chiusi in modo da trattenere il calore. Quindi addio ai cosiddetti funghi negli spazi aperti, risparmiando in questo modo molta energia ed emissioni.
Il divieto di riscaldare i dehors si avrà a partire della fine del prossimo inverno nel 2021. Questa scelta deriva dal fatto che si desidera dare un aiuto nel post coronavirus. Saranno concessi dei finanziamenti entro il 2023, per fare delle ristrutturazioni o creare degli spazi chiusi per evitare sprechi energetici.
Addio alle caldaie a carbone o a petrolio
Già da ora, non si potranno più installare, riparare le caldaie a petrolio o a carbone.
Classe energetica per alloggi dignitosi
La prestazione energetica sarà uno dei parametri per definire cos’è un alloggio dignitoso. Questo concetto è la base per stabilire cosa sia locabile e l’ammontare del canone. Quindi gli immobili con un’alta impronta ambientale superiore ai 500 KWh per metro quadro all’anno, saranno degli osservati speciali.
L’inquilino potrà rivolgersi al giudice per avere una riduzione dell’affitto e eventuali interventi per arrivare a dei consumi accettabili. Ove questo non avvenga, si potrà ottenere il divieto di locazione dell’immobile.