Nel Decreto di Agosto è previsto il contributo a fondo perduto per la filiera alimentare: la proposta era partita dalla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova.
La finalità è sostenere un settore fortemente in crisi a causa della mancanza di turisti ed è quello di creare un apposito fondo perduto, che eroghi i contributi a ristoranti e pizzerie, da spendere per l’acquisto di prodotti agroalimentari nazionali.
Secondo la Coldiretti, la ristorazione italiana rischia un crack da 34 miliardi di euro a causa del crollo del turismo e dei consumi.
La Ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha proposto di istituire un fondo ad hoc di un 1 miliardo di euro da destinare a 180.000 ristoranti e pizzerie.
Il contributo a fondo perduto va utilizzato per l’acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari da materia prima integralmente italiana.
Contributo a fondo perduto per la filiera alimentare: come richiederlo?
Il contributo a fondo perduto è erogato con un anticipo del 90% al momento della presentazione dell’istanza e vanno presentati i documenti fiscali attestanti gli acquisti effettuati.
Per l’accesso ai benefici, il richiedente dovrà registrarsi all’interno della piattaforma digitale oppure dovrà recarsi presso gli sportelli del concessionario convenzionato.
L’erogazione del beneficio viene effettuata nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa europea in materia di aiuti de minimis.
Devono essere forniti i dati richiesti, tra cui la copia del versamento dell’importo di adesione al beneficio.
Contributo a fondo perduto: quali sono i requisiti necessari?
Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate il contributo a fondo perduto è destinato alle start up, ai giovani e alle donne che intendono investire nelle loro aziende dopo una perdita ingente di capitale.
Grazie al finanziamento senza vincolo di restituzione sono possibili investimenti in innovazione e tecnologia.
Il contributo erogato è escluso dalla tassazione sia rispetto all’Irap sia rispetto alle imposte sui redditi e non concorre nemmeno su interessi passivi o deducibilità.
Hanno accesso al credito i lavoratori titolari di Partita Iva che hanno subito perdite nel periodo pandemico e che gestiscono un’attività d’impresa, hanno un lavoro autonomo o sono percettori di reddito agrario.
Per poter accedere al bonus è necessario aver registrato ricavi o compensi in riferimento all’anno 2019 non superiori alla soglia massima fissata a 5 milioni di euro.