La madre del 25enne morto in Versilia dopo overdose di droga assunta col padre grida la sua verità in un’intervista a La Stampa.
Non sarebbe stata una fatalità la morte di Samuele Ventrella per un’overdose di droga assunta con il padre ora in gravi condizioni. La madre del 25enne parla di una vendetta: i dettagli.
Padre e figlio in overdose insieme: cosa è accaduto
Samuele Ventrella di appena 25 anni ha perso la vita sabato scorso a Lido di Camaiore in Versilia dove si era recato per far visita a suo padre Gerardo.
L’uomo ex tossicodipendente aveva scritto un libro intitolato “Il mio quartiere” edito per Feltrinelli in cui raccontava il suo dramma con la droga.
Nel libro del 2007 Gerardo si rivolgeva proprio a quel figlio che la notte di sabato è stato soccorso in spiaggia dove si trovava assieme a padre: è stato lui a chiamare i soccorsi intorno alle 23.30.
A nulla è valso l’intervento del 118: Samuele è morto per arresto cardiocircolatorio mentre il padre è stato ricoverato in ospedale.
Le sue condizioni, già gravi per aver assunto cocaina, hashish e alcool, si sarebbero ulteriormente aggravate come riporta La Repubblica.
L’accusa della madre: “E’ stata una vendetta”
A parlare nelle scorse ore è la madre di Samuele che non si dà pace per la perdita di quel figlio che descrive come estraneo al mondo della droga.
“Era diventato un uomo solido, lavorava alla mola in un’azienda agricola. Aveva una casa e sogni semplici. Non era un drogato”.
Ha raccontato Sonia Bottazzi come riporta La Nazione.
La donna svela inoltre in un’intervista a La Stampa il suo terribile sospetto su quella notte:
“Mio marito era stato minacciato…Aveva avuto una vita complicata.”
“Ci ha detto che in giro c’era gente che gli voleva male”.
Sonia specifica che i suoi son solo sospetti al momento ma si dice certa che vi sia qualcosa ancora da chiarire.
Nel frattempo gli inquirenti sono alla ricerca di chi ha venduto loro la droga.