Sono state evacuate le persone che si trovavano nella parte bassa della Val Ferret. La situazione è critica, potrebbe crollare tutto.
Il pericolo deriva dalla possibilità concreta di crollo del ghiacciaio di Planpincieux. Si trova tra i 2.600 ed i 2.800 metri di quota e la parte in pericolo ha un volume di circa 500.000 metri cubi. La massa di ghiaccio è sul versante italiano del Monte Bianco in Valle D’Aosta.
Il disastro annunciato dopo l’allerta
L’amministrazione di Courmayeur a titolo precauzionale, ha deciso di evacuare 75 persone 15 dei quali residenti nella bassa Val Ferret. Il ghiacciaio di Planpincieux rischia di scivolare a causa dello sbalzo termico che si ha avuto negli scorsi giorni.
I turisti e gli abitanti sono stati costretti ad abbandonare le 30 case della parte bassa della val Ferret, nella speranza che si tratti semplicemente di un’azione precauzionale.
Il sindaco della città di Courmayeur, Stefano Miserocchi ha detto che si tratta di un intervento urgente e che non può più essere prorogato, soprattutto sentito il parere degli sesperti che parlano dello
“sviluppo repentino di una massa di ghiaccio di mezzo milione di metri cubi”
L’evacuazione è iniziata nella mattina del 6 di Agosto e sempre secondo il sindaco nessuno ha chiesto supporto di alcun tipo o un alloggio alternativo per la durata dell’allerta.
L’imminente pericolo e la possibile evoluzione
Il sindaco ha proseguito definendo la situazione come critica e si dovranno attendere almeno 72 ore per capire l’evoluzione della situazione.
Le temperature stanno aumentando e questo potrebbe dar il colpo di grazia alla massa. Resta la priorità data alla tutela delle persone e si proverà a fare il possibile per ridurre l’impatto sulle persone e sulle attività.
I turisti verranno nuovamente accolti esclusivamente quando si avrà la certezza di avere la situazione sotto controllo e non ci saranno pericoli per la loro sicurezza. Il problema maggiore deriva dal “rischio crollo istantaneo”, che non darebbe avvisi e non lascerebbe alcun scampo.
La situazione è diversa rispetto a quanto accaduto lo scorso autunno. A spiegarlo è il glaciologo di Fondazione montagna sicura, Fabrizio Troilo. Si tratta di una porzione enorme la cui dinamica, è completamente slegata a quella del monte. Ora o la situazione si stabilizza o tutto frana. Non resta che attendere l’evoluzione.