Le proteste cittadine continuano e la situazione peggiora: dimesso il ministro dell’Informazione. L’ONU conferma che servono 117 milioni nei prossimi 3 mesi.
La situazione in Libano dopo l’esplosione del magazzino nel porto di Beirut si fa sempre più complicata.
Le rivolte e le proteste cittadine continuano a scorrere nelle strade della città come un fiume in piena e le autorità sono spesso costrette a usare la forza.
Il bilancio dei morti è ora fermo a 150 decessi mentre sono più di 6.000 i feriti.
Quasi dopo una settimana dall’esplosione il ministro dell’informazione cede e non resiste alla situazione, si dimette.
Manal Abdul Samad annuncia le sue dimissioni diventando il primo membro dell’esecutivo del premier Hassan Diab ad arrendersi.
L’esplosione di martedì ha creato caos e disagio nella città e un cratere profondo 43 metri è tutto ciò che rimane della catastrofe.
L’Istituto di Geofisica americano ha rilevato un sisma di magnitudo 3,3 scala Richter.
Aiuti per il Libano: Conferenza Internazionale dei Donatori
Il premier francese riunisce domenica la Conferenza Internazionale dei Donatori.
Tale organizzazione è di rango internazionale ed è stata istituita appositamente da Macron per organizzare tutti gli aiuti destinati a Beirut dopo il disastro.
Tra le Nazioni partecipanti all’iniziativa troviamo gli USA, la Russia, la Cina, la Francia e l’Italia.
Anche Papa Francesco aiuta il Libano rivolgendogli tutte le sue preghiere e lanciando un appello:
Serve un generoso aiuto dalla comunità internazionale
e continua esortando la Chiesa locale a contribuire aiutando i concittadini vivendo nella povertà evangelica.
Ribadisce Bergoglio: ‘Chiedo ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi del Libano che siano vicini al popolo e che vivano con uno stile di vita improntato alla povertà evangelica senza lusso perché il vostro popolo soffre tanto’.
Gli USA sono a disposizione del Libano per fornire aiuto come anche la Francia.
Trump afferma che serve un’inchiesta trasparente per chiarire le motivazioni e i soggetti che hanno provocato questo disastro.
Il Tycoon ha fortemente incitato il libano a condurre un’indagine approfondita e trasparente per la quale gli USA si mostrano favorevoli ad aiutare.
Washington intende aiutare il Libano fornendogli tutta l’assistenza.
Nel frattempo le rivolte e le proteste non si fermano, i cittadini continuano a scontrarsi per le strade con la polizia prendendo costantemente di mira il Parlamento.
Il patriarca Rai chiede inchiesta internazionale
Il patriarca libanese Rai vuole che si conduca subito un’inchiesta internazionale.
Il cardinal Beshara Al Rai pretende che siano ricercate e scoperte le ‘cause oscure‘ dell’esplosione.
Durante l’omelia domenicale non ha esitato a parlare di crimine contro l’umanità ma proprio nei giorni scorsi il presidente libanese Aoun ha rigettato l’indagine d’inchiesta.
Il Libano è ora messo in ginocchio e necessita di molto aiuto per riprendersi.
Serviranno circa 117 milioni di dollari solo nei prossimi tre mesi per arginare le problematiche scatenatesi con l’esplosione senza trascurare l’emergenza Covid-19.
Dovranno essere stanziati almeno 66 milioni di dollari solo per attrezzare le strutture sanitarie ad accogliere i feriti, istituire rifugi per gli sfollati e organizzare la distribuzione di viveri.