Il 48enne di Sava, vittima di un presunto caso di malasanità, ha subito un’operazione per uno stent arterioso che gli è costata lesioni al cuore e l’amputazione dell’arto. La sua famiglia ha sporto denuncia.
Sono 10 i medici indagati per lesioni colpose. Sul caso indaga la Procura locale che ha disposto una perizia.
Il primo intervento all’ospedale di Taranto
Si era ricoverato lo scorso maggio per uno stent arterioso, il 48enne di Sava che ha subito l’amputazione di un arto e problemi al cuore.
Come riferisce anche Il Gazzettino, il paziente è stato sottoposto ad un primo intervento di angioplastica a maggio, quando aveva iniziato ad avvertire alcuni problemi cardiaci.
Gli era stato così inserito uno stent, cioè un tubicino metallico che non consente alle arterie di ostruirsi. Dopo due mesi, però, lo scorso 21 luglio per l’esattezza, il 48enne è stato di nuovo sottoposto ad un intervento chirurgico per un nuovo stent.
Nella seconda operazione però qualcosa non è andata come avrebbe dovuto e il sondino dello stent ha bucato l’arteria, provocando una lesione al cuore.
Il paziente ha dovuto subire quindi un nuovo intervento, durante il quale ha avuto 3 arresti cardiaci. Qualche giorno dopo l’operazione, si è verificata un’ischemia alla gamba sinistra e l’equipe medica ha dovuto amputare l’arto.
Indagini della Procura
Sarà ora la Procura a far luce su quanto avvenuto in quella sala operatoria. Sono 10 i medici indagati per lesioni colpose. Cinque di loro sono in servizio alla clinica Villa Verde di Taranto, gli altri fanno parte dell’equipe dell’ospedale Santissima Annunziata.
I familiari del paziente hanno presentato una prima denuncia dopo il primo intervento e poi una seconda dopo l’amputazione della gamba.
Sarà compito dei consulenti chiarire, nei prossimi 3 mesi, se l’amputazione dell’arto sia dipesa dall’operato dei medici o se non vi sia stata responsabilità del personale sanitario.