Un problema ignorato ma il polo nord brucia al punto che la Nasa diffonde le foto satellitari per scuotere l’opinione pubblica.
La Siberia è soffocata da enormi roghi e incendi di cui ormai nessuno parla più. Finita la paura per i roghi in Australia o nell’Amazzonia, il problema sembra essere passato in secondo piano, dato che la zona è per lo più disabitata.
La tragedia vista dallo Spazio
La zona della Siberia interessata è al di sopra del circolo polare Artico, cosa che spinge quei pochi che ne parlano a dire che brucia il polo Nord. La zona è vittima di roghi molto violenti, che stanno distruggendo ettari di foreste ne silenzio generale.
Sono incendi estivi abbastanza comuni nell’Artico, ma sono troppo frequenti e violenti. D alcuni anni ci sono sempre più spesso e frequentemente, cosa direttamente dipendente dell’aumento delle temperature globali.
Nei primi sei mesi del 2020 le temperature medie in Siberia sono decisamente aumentate. Si parla di un incremento di circa 5°C rispetto quelle che si sono registrate dal 1981 al 2010. A giugno poi c’è stata un’impennata a giugno, quando si è registrata una temperatura di 38°C dovuta a un’ondata di caldo record, che ha fatto boccheggiare mezza Europa.
Le regioni artiche stanno subendo un riscaldamento a ritmi molto veloci che allarmano gli esperti. Il clima solitamente più umido è diventato sempre più secco, cosa che fa bruciare meglio e più facilmente i terreni di torba.
La Nasa ha diffuso delle immagini satellitari, che ci danno un’idea della vastità dei roghi. Si tratta di regioni inaccessibili e questo rende difficile capire l’esatta dimensione degli incendi. Per questo si usano i satelliti per avere un’idea delle proporzioni.
Si stima che gli incendi sono estesi su una superficie di più di mille chilometri quadrati e che da inizio di luglio sono bruciati quasi 2 milioni di ettari. Questi non fanno che rilasciare ulteriore CO2 in atmosfera, facendo crescere le emissioni e il permafrost si sta sciogliendo rilasciando il metano.