In soli trent’anni questa specie largamente diffusa nel Mediterraneo ha perso oltre il 75% dei suoi esemplari, divenendo una specie Vulnerabile.
La Verdesca è una specie di squalo tipica del Mar Mediterraneo. Il suo nome scientifico è Prionace glauca e nei mari italiani si ha avuto un calo di esemplari di ben il 75%.
Questo ha spinto lo IUCN ad inserirla nella categoria “Vulnerabile”. La minaccia principale alla sopravvivenza di questa specie è la pesca accidentale fatta dai nostri pescatori.
Il rapporto WWF sullo stato dei nostri squali
Gli squali sono tra i principali bersagli del comportamento predatorio della specie umana. I dati che leggiamo nel rapporto WWF “Squali in crisi nel Mediterraneo” sono allarmanti.
È stato pubblicato un anno fa e scopriamo che 86 specie di elasmobranchi (razze e squali) che si trovano nel mar Mediterraneo sono minacciate. Sarebbe oltre la metà di tutte quelle presenti e di queste un terzo è prossima al rischio di estinzione.
In questo lungo elenco troviamo anche la verdesca, vittima in questi ultimi anni della cattura accidentale detta bycatch.
Secondo un sondaggio del 2018 effettuato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, l’88% dei pescatori italiani intervistati ha detto di aver catturato almeno uno squalo in modo accidentale. Tre quarti di questi casi gli animali erano ancora vivi.
Questo ha portato ad un declino delle specie locali. Ora lo IUCN cioè l’Unione internazionale per la conservazione della natura, ha classificato la Verdesca come Vulnerabile. Il prossimo passo è impedire che questo squalo si estingua.
Le azioni di tutela
Sono attivi moltissimi progetti per la tutela di questa specie e iniziative sia italiani che europei. Si punta a salvaguardare l’habitat e gli ecosistemi marini degli squali.
Lo si fa con formazione dei pescatori in modo che si servano di prodotti dal buon impatto ambientale. Un altro passo è la raccolta e il monitoraggio degli esemplari superstiti servendosi di tag satellitari.