Il sindacato delle discoteche ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio. Perdite di denaro ingenti e locali criminalizzati.
Ricorso immediato alla stretta alle discoteche anti coronavirus del Silb Fipe, l’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo, di spettacolo.
L’ordinanza
A causa dell’aumentare dei casi di coronavirus, il governo ha deciso per una nuova stretta anti contagio che coinvolge le discoteche. In particolare, la nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, prevede la chiusura delle discoteche in tutta Italia. Inoltre, l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi della movida dalle 18:00 alle 06:00 del mattino, anche all’aperto. I controlli che atti a verificare che l’ordinanza venga rispettata, saranno regolamentati dai servizi di vigilanza sul territorio.
Gli operatori insorgono
I gestori dei locali notturni, però, non ci stanno. La perdita per il settore dovrebbe essere di circa 4 miliardi di euro.
Nel pomeriggio di oggi, 17 agosto, Boccia, ministro degli Affari regionali, ha convocato i presidenti delle Regioni.
Il presidente regionale Silb Fipe Confcommercio, Alessandro Trolese, come si legge su il Fatto Quotidiano, ha affermato:
“Siamo stati i primi a chiudere, gli ultimi a riaprire e adesso dalla sera alla mattina si è deciso di chiudere un intero settore che dovrà mandare a casa centinaia di lavoratori”.
Egli ha anche sostenuto che i locali che sbagliano devono chiudere o essere multati. Per Trolese, però, il governo ha criminalizzato il settore. Per mettersi a norma, inoltre, il settore aveva assunto più personale. Venivano presi i nominativi degli avventori, regolamentati gli ingressi e tanto altro. Cosa che nelle piazze pubbliche non viene fatto.