Golpe in Mali, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, chiede il rilascio immediato del presidente Ibrahim Boubacar Keita e dei membri del suo gabinetto.
È quanto emerge da una nota dell’Onu sulla situazione in Mali. Inoltre, si chiede l’immediato ripristino dell’ordine costituzionale e dello Stato di diritto nel Mali.
“Il Segretario generale … chiede l’immediato ripristino dell’ordine costituzionale e dello stato di diritto in Mali”,
ha commentato in una dichiarazione il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric (Segnalazione di Michelle Nichols Modifica di Chizu Nomiyama).
Guterres ha esortato tutte le parti interessate, in particolare le forze di difesa e di sicurezza, a esercitare la massima moderazione e a difendere i diritti umani e le libertà individuali di tutti i maliani.
Guterres ha espresso il suo pieno sostegno all’Unione africana e alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) negli sforzi per trovare una soluzione pacifica all’attuale crisi in Mali.
Golpe a Mali, arrestati il Presidente ed i membri del Gabinetto
Keita e il primo ministro Boubou Cisse sono stati portati al campo militare di Kati situato a 15 chilometri (9 miglia) a nord-ovest della capitale Bamako verso le 16.30. ora locale, secondo quanto riferito da Le Journal du Mali.
In precedenza, è stato riferito che nel campo sono stati sentiti colpi di arma da fuoco, mentre anche camion militari sono stati avvistati sulla strada diretta verso la capitale.
Secondo quanto riferito, i militari hanno bloccato la strada dalla città di Kati a Bamako e anche le aziende e gli uffici sono stati chiusi.
Golpe in Mali: tensioni dal 2012
Il mese scorso, il capo della Commissione dell’Unione africana ha esortato alla calma, al dialogo e ai negoziati continui per l’attuazione diligente di soluzioni consensuali per preservare la pace, la stabilità e la coesione sociale in Mali.
Le tensioni sono scoppiate in Mali nel 2012 a seguito di un fallito colpo di stato e di una ribellione dei separatisti tuareg che alla fine hanno permesso a gruppi militanti legati ad al-Qaeda di conquistare la metà settentrionale del paese.