La scomparsa di Viviana Parisi e del suo piccolo Gioele ha commosso tutti, cosa sappiamo del giallo di Caronia e quali i punti oscuri? I dettagli.
Ripercorriamo tutte le tappe di questo giallo in cui sono misteriosamente morti Viviana Parisi ed il suo piccolo Gioele, scomparsi da Caronia il 3 agosto.
Viviana e Gioele in viaggio verso la morte
L’ultimo viaggio della dj di Messina Viviana Parisi inizia la mattina del 3 agosto scorso quando la mamma esce con il suo piccolo di appena 4 anni per recarsi al centro commerciale.
Qui la prima stranezza: la 43enne dirà al marito anch’egli dj che in quel momento si trova nel suo studio di registrazione in casa, di voler recarsi a comperare delle scarpe per il bimbo a solo mezz’ora di strada dal paese di Venetico.
Invece Viviana con la sua Opel Corsa non si ferma a Milazzo ma percorre ben 104 chilometri sull’autostrada Messina-Palermo.
All’altezza di S. Agata di Militello a circa 90 km Viviana esce dal casello: non pagherà il pedaggio dicendo al casellante di non avere contanti.
Questa è un’ulteriore stranezza perché Viviana in borsa aveva 150 euro. Sono le 10.30 del mattino: la dj prende il biglietto e va a fare benzina nel distributore poco distante a S. Agata: lì le telecamere riprendono lei e Gioele.
Il bimbo è vivo e sereno seduto sul sedile posteriore nel seggiolino come testimoniato dal filmato delle telecamere.
Da quel momento un “buco” di circa 10 minuti separano Viviana dal rientro in autostrada direzione Palermo alle 10.52.
Si presume, perché lei stessa aveva chiesto informazioni ai parenti nei giorni precedenti, che la donna si stia recando alla Piramide della Luce.
Tale struttura è un sito culturale a Motta d’Affermo molto conosciuto ed apprezzato per la sua valenza artistica. Il nome originale è “Piramide 38’esimo parallelo”, un’opera dello scomparso artista Mauro Staccioli e rappresenta un inno alla rinascita e alla speranza che attira ogni anno moltissime persone come riporta Giallo.
Viviana però non arriverà mai alla Piramide perché all’altezza di Caronia nella Galleria Pizzo Turda la sua Opel Corsa sperona in sorpasso un furgoncino che subisce i danni maggiori e poi si parcheggia 200 metri più avanti in una piazzola di sosta.
Gli operai del furgoncino impegnati nel segnalare la presenza dell’incidente vedranno solo Viviana scendere dall’auto e dirigersi verso il guard-rail.
Altre due macchine sopraggiungono. Una famiglia del Nord testimonierà solamente successivamente di aver visto Viviana con Gioele vivo in braccio scavalcare il guard-rail e dirigersi in alto sulla collina accanto all’autostrada.
Le ricerche ed il ritrovamento dei corpi
Sono circa le 12 del 3 agosto: da quel momento si perdono le tracce di Viviana e del piccolo Gioele.
Le ricerche scattano immediate e tutta la famiglia di Viviana è compatta nel fare appelli alla dj.
Il papà di Gioele e marito di Viviana, Daniele Mondello, è il primo a postare su Facebook un videomessaggio in cui implora la moglie di tornare a casa.
In campo per cercare Viviana e Gioele arriveranno più di 70 persone, vari corpi speciali per battere a tappeto l’area delle campagne circostanti, circa 400 ettari.
Vigili del Fuoco con i cani molecolari e droni, Guardia Forestale, geologi forensi e Cacciatori di Sicilia, tutti mobilitati per la mamma ed il piccolo.
La prima ad essere ritrovata solo cinque giorni dopo, l’8 agosto, sarà Viviana: il suo corpo vestito ma senza scarpe e calzino si trovava ai piedi di un traliccio dell’Enel distante 1.7 km dall’autostrada.
Le ricerche di Gioele si intensificano da allora ma le speranze si affievoliscono di ora in ora finché il 19 agosto ben 16 giorni dopo la scomparsa vengono ritrovati dei resti umani.
Sono dei resti ossei compatibili con l’età di Gioele, ed anche i brandelli della maglietta ed i sandalini ritrovati fanno propendere gli investigatori per la certezza: Gioele è stato trovato.
Le indagini tra risultati e buchi nell’acqua
I presunti resti del bimbo- perché manca la conferma del Dna- sono stati trovati da un ex brigadiere in pensione aggiuntosi ai volontari raccolti da Daniele Mondello nella mattinata del 19 agosto.
Giuseppe di Bello, 66 anni è riuscito nell’impresa che ormai pareva impossibile
Ha dichiarato di aver cercato dove gli altri non avevano provato e di aver ragionato come un bimbo di 4 anni avrebbe fatto.
A lui sono andati i ringraziamenti del papà di Gioele distrutto dal l’immenso dolore di aver perso la sua famiglia.
L’esame autoptico sul bimbo si eseguirà a breve mentre quello sulla madre ha dato i primi risultati.
Come ribadisce a Chi l’Ha Visto il medico legale Elvira Spagnolo i risultati definitivi si potranno avere solo tra tre mesi, per ora si sà solo che Viviana presentava delle
“Lesività compatibili con una caduta”
L’entomologo forense Stefano Vanini ha inoltre aggiunto in trasmissione che dall’analisi degli insetti si può affermare che il processo decompositivo sia avvenuto nello stesso luogo del ritrovamento.
I dubbi ancora irrisolti nel giallo di Caronia: le quattro ipotesi
Un giallo quello di Caronia che ha lasciato tutti senza parole, colpiti nel profondo da una vicenda per molti versi atipica e con numerosi punti oscuri.
Per gli inquirenti le possibili piste sulle cause della morte di madre e figlio sono ancora tutte aperte.
Così ha ribadito il procuratore di Patti Angelo Cavallo ai microfoni di “In Onda” su La7 il 19 agosto, chiarendo che sarà fatto il possibile per arrivare alla verità.
Tra le ipotesi l’unica scartata è quella famigliare. Tra le altre tesi la più accreditata al momento è quella dell’omicidio-suicidio.
Viviana, depressa e con episodi di crisi psicotiche come dimostrato dai certificati medici, stava vivendo un periodo di forte stress.
Anche le molte testimonianze dei parenti sia di Viviana che di Daniele confermano questo: il lockdown e la paura per il coronavirus avrebbe acuito una condizione di fragilità psichica preesistente.
Viviana, provata dalla perdita del lavoro di dj che amava conseguente alla nascita del bimbo, si era avvicinata alla religione, manifestando atteggiamenti via via più eclatanti.
Ma amava profondamente suo figlio come testimoniano tutti: in questa chiave potrebbe aver deciso di togliersi la vita assieme al bimbo in preda ad una crisi psicotica.
Ne è certa la criminologa Roberta Bruzzone come ribadisce sulle pagine del settimanale Giallo.
In questa ottica Viviana dopo l’incidente che aveva bruscamente sconvolto il suo piano suicida avrebbe ucciso il piccolo nella boscaglia e poi sarebbe salita sul traliccio per togliersi la vita.
Solamente gli esami autoptici confermeranno tale teoria o la smentiranno propendendo invece per l’altra ipotesi ancora possibile.
I due potrebbero infatti essere stati attaccati da animali, forse dei Rottweiler.
I corpo del piccolo, ritrovato a pochi metri dalla madre trascinato nella fitta boscaglia ed orribilmente mutilato potrebbe far propendere per questa teoria.
Più lontana ma non ancora da scartare del tutto secondo gli inquirenti l’ipotesi che qualcuno abbia fatto del male ad entrambi, qualcuno che inseguiva Viviana o che l’ha aggredita nel bosco.
In tal senso anche l’avvocato della famiglia Paolo Venuti ha ribadito a Chi l’Ha Visto che attende di sapere se i proprietari degli allevamenti nei pressi del traliccio siano Stati sentiti dagli inquirenti.
I dubbi sono tanti e dolorosi: dove andava Viviana? Perché è scappata nella boscaglia dopo l’incidente? Come mai sono passati tanti giorni prima di ritrovare i corpi? Come sono morti Viviana e Gioele?
Ora dopo il dolore è il momento di attendere i risultati delle indagini, intanto fa rabbrividire e riflettere l’ultimo post su Facebook della mamma di Gioele Viviana come riporta
“E’ come se avessi incontrato la matrigna cattiva e fossi scappata nel bosco nascondendomi dal mondo.. “
Parole che sembrano preannunciare in maniera inquietante il terribile destino che avrebbe inghiottito Viviana ed il suo adorato Gioele di lì a poco.