La generazione Z è quella dei nati tra il 1995 ed il 2010, ed è ricca di vocaboli che, spesso gli adulti, non sono in grado di comprendere. Vediamo quali sono quelli più usati.
Il linguaggio, con i suoi vocaboli, è fondamentale per capirsi, anche tra generazioni come quella dei nati della generazione Z e quella dei Baby Boomers (1946/1964).
Modi di dire
I vocaboli della generazione Z (detti anche Centennials), quella dei nati tra il ’95 ed il ’10, risultano spesso incomprensibili alla generazione dei Baby Boomers, ovvero gli adulti nati tra il ’46 ed il ’64. Un gap generazionale dovuto anche al diverso stile di vita e, soprattutto, alle diverse abitudini e tecnologie. Un esempio? L’uso massiccio degli smartphone e dei social network.
I modi di dire e i vocaboli, spesso attingono al mondo della musica, dei video games e del web ma anche alla lingua inglese. Questi termini sono stati identificati da Babbel che ha stilato una lista. Te ne riproponiamo alcuni.
La lista dei vocaboli
- Bae sta per Before Anyone Else, ovvero prima di chiunque altro, una persona che sia il/la migliore amica/o ma anche membri della famiglia, il fidanzato/a
- Ok boomer è un’espressione utilizzata dai giovani in risposta ad un rimprovero ricevuto dai più anziani. Boomer è qualcuno all’antica, che non sta al passo con i tempi.
- Cringe indica qualcosa di imbarazzante, vergognoso. In inglese, cringe significa strisciare ma, in senso figurato, nascondersi per la vergogna. Il termine è molto utilizzato per via di alcuni video challenge su YouTube.
- Trigger, dall’inglese to trigger ovvero innescare, è diventato triggerare e si usa per riferirsi a qualcosa di fastidioso o con caratteristiche negative.
- Blast significa, invece, essere sconfitti o zittiti in una discussione con l’interlocutore. Si tratta di un termine preso in prestito dal mondo dei video games.
- Bufu, contrariamente a quanto può sembrare, è un termine di derivazione italiana. E’ stato coniato, infatti, nel 2017 dalla Dark Polo Gang, ed è l’acronimo di By us fuck u. Oggi può essere usato anche con un’accezione più simpatica.