Secondo la NASA l’uomo ha imparato a prendersi cura di queste foreste, riuscendo a difenderle nel modo più opportuno elaborando strategie.
Le foreste di mangrovie sono in buona salute, grazie al fatto che tra il 2000 ed il 2026 sono diminuiti i fattori di perdita. Sono calate anche le attività dell’uomo in quelle zone, dato che si sono ridotte l’agricoltura, l’acquacoltura nella zona.
Nasce la strategia di difesa
Ora deve nascere una nuova strategia che mira alla conservazione dagli eventi meteorologici catastrofici. Si pensa soprattutto ai maremoti o alle tempeste. Secondo altri esperti il calo della distruzione nel sud – est asiatico dipenderebbe dal fatto che non ci sono più mangrovie da perdere.
Nel periodo tra il 2000 ed il 2016 si è perso circa il 2% dell’intera copertura globale delle foreste, per un totale di 3.000 chilometri quadrati. Di questa perdita il 62% dipende dalle attività dell’uomo e il 38% da disastri naturali o dall’erosione.
Nonostante tutto la distruzione delle foreste di mangrovie sta rallentando. Questo dato arriva dalle fotografie fatte dal centro Goddard della Nasa e l’United States Geological Survey Landsat.
Sembra una buona notizia, ma lo è soltanto a metà.
L’importanza delle foreste di mangrovie
Le mangrovie sono degli arbusti resistenti che abitano in terreni salati, umidi e fangosi delle coste tropicali e subtropicali del mondo. Questi arbusti sono importanti perché proteggono il territorio dall’erosione, maremoti e tempeste tropicali.
Queste piante sono ottime perché sono in grado di processare grandi quantità di anidride carbonica, immagazzinandola nelle radici, nel tronco e nel suolo dove sono.
Nonostante queste foreste rappresentino soltanto il 3% del totale della copertura delle foreste mondiali, contribuiscono ad assorbire fino al 10% delle emissioni globali.
Secondo gli scienziati è urgente la necessità di continuare a mantenere in salute queste foreste. Si deve quindi agire per limitare i danni che arrivano dagli eventi naturali catastrofici dal cambiamento climatico o tempeste.