Gli incendi attualmente in corso hanno distrutto 400.000 ettari di foreste nel Golden State. Ora si potrà accedere a fondi federali.
Gli incendi in California non si arrestano, complici anche le avverse condizioni di caldo estremo e tempeste di fulmini senza pioggia. Sono bruciati fino ad ora circa 400.000 ettari di foresta e ci sono stati almeno 5 morti. Sono settimane che il Golden State sta fronteggiando un’emergenza senza precedenti.
La dichiarazione dello stato d’emergenza
Il governatore della California ha dichiarato lo stato d’emergenza qualche giorno fa, mettendo in campo risorse per assumere nuovi pompieri ed impiegando detenuti.
Ora è il Presidente Donald Trump a dichiarare lo stato di emergenza a livello federale. Questo permetterà di accedere a specifici fondi che daranno il via a degli interventi nelle zone con i maggiori danni.
Sono 6 le contee maggiormente colpite: Napa, Santa Cruz, Lake, San Mateo, Solano, Sonoma e Yolo. Sono colpite da più di 560 incendi e oltre 12.000 pompieri sono al lavoro per cercare di salvare il salvabile.
La causa degli incendi è stata una tempesta di fulmini senza pioggia unita al caldo anomalo registrato in California durante l’estate. Nei prossimi giorni sono attese delle variazioni delle condizioni climatiche, che faranno arrivare dei venti più forti. Si attende anche una seconda tempesta di fulmini che probabilmente farà aggravare la situazione.
Le pesanti accuse di Donald Trump
Il Presidente Trump è sempre molto sopra le righe e anche in questa occasione non ha abbandonato il suo stile. Trump ha accusato la California di non aver avuto cura delle foreste.
Il presidente ha detto nello specifico che non si sono pulite le montagne e le foreste, sono stati lasciate mucchi enormi di foglie secche e sono stati dimenticati gli alberi caduti. L’amministrazione dello Stato avrebbe tutta la colpa di quanto sta accadendo.
Con la firma della dichiarazione della di stato d’emergenza ora si potranno avviare interventi massicci. Sarà possibile fornire ai vigili del fuoco tutte le risorse di cui ora sono sprovvisti.