Emergono nuovi dettagli sulla morte del piccolo Evan, il bimbo di 21 mesi ucciso dal compagno della madre a Modica.
Sembra che la donna fosse già stata indagata per maltrattamenti lo scorso luglio, quando il piccolo era giunto per la terza volta in ospedale con lividi e ossa rotte.
La tragica morte del piccolo Evan
Era domenica 16 agosto, quando il piccolo Evan, 21 mesi appena, giunse all’ospedale di Modica, in condizioni disperate, con numerosi lividi e lesioni su tutto il corpo.
Era stata proprio la madre 23enne, Letizia Spatola, ad allertare i soccorsi. Evan, che qualche ora dopo morì nel nosocomio siciliano, era stato ucciso di botte dal compagno della donna, Salvatore Blanco, 30 anni. La coppia viveva a Rosolini con il bimbo.
Prima di domenica 16 agosto, Evan era stato 3 volte in ospedale. Il 27 maggio scorso la madre ed il compagno lo avevano portato all’ospedale di Noto, dove i medici gli diagnosticarono la frattura scomposta del femore destro, con tumefazioni all’anca e al ginocchio.
Il 12 giugno la madre riportò il piccolo in ospedale perché le ferite si erano infettate. La stessa cosa avvenne il mese seguente, quando Evan, il 6 luglio scorso venne accompagnato di nuovo nel nosocomio siciliano.
La madre ed il compagno sono ora indagati dalla Procura di Ragusa per omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia.
La madre indagata per maltrattamenti
Emerge ora un agghiacciante dettaglio che potrebbe aggiungere un ulteriore tassello ad una già complessa vicenda familiare.
Come riferisce anche Skytg24, infatti, la madre del piccolo Evan era già stata indagata lo scorso mese di luglio per maltrattamenti.
L’inchiesta era stata aperta dalla Procura di Siracusa quando il piccolo era stato portato nel pronto soccorso dell’ospedale di Noto per delle contusioni.
La ragazza, in quell’occasione, aveva raccontato che il bambino era caduto mentre giocava, ma il medico di turno non le aveva creduto ed aveva segnalato l’episodio alla polizia.
Anche il padre naturale del piccolo aveva presentato un esposto in Procura.
“Ho il timore che mio figlio sia vittima di violenze in famiglia”
aveva raccontato l’uomo. Denunce che, però, non sono bastate a salvare il piccolo dalla furia violenta del patrigno.