Il rapace rarissimo che non si vedeva nei nostri cieli dagli inizi del Novecento, torna a mostrarsi e sorvolare sulle nostre Alpi.
Il gipeto era stato dichiarato estinto in Italia nel 1969 come specie nidificante dallo IUCN. Si tratta di animali reintrodotti sulle Alpi e la loro presenza è in aumento e sono molto tutelati, perché sono poche.
La reintroduzione del gipetto
Questo rapace noto anche col nome di avvoltoio barbuto o Gypaetus barbatus è un rapace particolarmente raro e fino a qualche tempo fa avvistarne uno era particolarmente difficile.
Da poco sta tornando a nidificare nell’area alpina, sorvolando i nostri cieli. Il gipeto è nella categoria CR cioè in pericolo critico. Significa prossimo all’estinzione secondo quanto detto dallo IUCN cioè l’Unione internazionale per la conservazione della natura.
La reintroduzione del gipetto
Come detto il comitato aveva dichiarato il gipeto come estinto nel nostro paese e l’ultimo abbattimento registrato risale al 1913 in Valle d’Aosta. Per questo nel 1986 si è creato un programma internazionale di reintroduzione, che sembra finalmente mostrare i propri frutti.
Ora ci sono ben 57 coppie. L’incremento è stato forte negli ultimi 13 anni, basti pensare che nel 2007 la Lipu stimava la presenza di sole 14 coppie sparse su tutto l’arco alpino.
Il tracciamento satellitare degli esemplari che sono nati in cattività, permette di seguire e definire meglio il loro comportamento e soprattutto com’è la sua biologia riproduttiva di questa specie.
Sono risultati importanti però non bisogna cantar vittoria prima del tempo. Si tratta di un numero decisamente esiguo di esemplari.
Per questo motivo il rapace è citato nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE). Inoltre il gipeto è tutelato in Italia ai sensi della legge 157/1992. Attualmente uno dei principali motivi di morti di questi rapaci, reintrodotti o selvaggi non dipende dall’uomo, ma dall’attacco delle aquile reali, per il controllo del territorio.