Il ministro Speranza ha inviato gli ispettori al Borgo Trento a Verona dove 4 neonati sono morti per un batterio killer.
Il batterio killer che ha ucciso 4 neonati e ne ha resi cerebrolesi 9 si trovava nelle tubature dell’ospedale di Verona. Partita l’indagine, mentre la protesta delle mamme si fa sempre più accesa.
Batterio killer, in ospedale a Verona in arrivo gli ispettori
I fatti risalgono al 2018 con la prima morte del neonato Leonardo ma sono proseguite con la scomparsa di altri 3 piccoli neonati, l’ultima Alice solo lo scorso mese.
Ad uccidere i 4 neonati e a renderne cerebrolesi altri 9 è stato un batterio il Citrobacter Koseri, trovato nel rubinetto utilizzato dal personale dell’ospedale. Il batterio, è dunque assodato, è stato responsabile dell’epidemia in terapia intensiva neonatale e pediatrica dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento.
Non solo, altri 91 piccoli pazienti sono risultati positivi al batterio killer ed è scattata l’ndagine.
Per oggi, come riporta anche La Repubblica, è prevista un’ispezione inviata dal Ministero della Salute proprio per far luce su quanto accaduto al Borgo Trento.
Sotto indagine ci sarebbero i vertici: Francesco Cobello, dirigente dell’azienda ospedaliera, Paolo Biban direttore di Patologia neonatale e Chiara Bovo direttore sanitario.
Si dovrà ora rispondere di quanto emerso dalla relazione fornita dalla commissione regionale. Ben 52 pagine contenenti evidenze di carenze dal punto di vista igienico-sanitario che sarebbero all’origine dell’epidemia.
L’indagine sanitaria voluta dal ministro Speranza corre parallela a quella della Procura: i Nas di Padova stanno infatti indagando per quello che è ipotizzato come:
“Reato di responsabilità colposa per morte e lesioni, commessi in ambito sanitario”
Entro 48 ore saranno presentate dai sanitari le loro contro deduzioni.
La mamme dei neonati morti protestano
Per le terribili morti le mamme dei neonati scomparsi sono in protesta.
La mamma di Nina, Francesca Frezza, ha denunciato per prima il caso dell’infezione e davanti all’ospedale ha voluto raccontare la sua storia.
“Io resto qui”
Ha sostenuto Francesca, chiedendo giustizia e verità per la sua piccola Nina e per gli altri bimbi morti tra terribili sofferenze.