L’attivista svedese dice che per colpa della pandemia siamo in pausa, ma questo si rivelerà come un grave errore.
Greta Thunberg torna a far parlare di sé: dopo essere tornata a scuola ora è protagonista di una pellicola. Il docufilm di cui parleremo è Greta – I am Greta appena presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il docufilm dedicato all’attivista
Greta Thunberg è la protagonista di un docufilm che è un resoconto del viaggio della ragazza verso New York iniziato a Ferragosto 2019 a bordo dello yacht da regata Malizia.
Greta è partita da Plymouth, nel Devon per poter arrivare alle Nazioni Unite e tenere il suo più famoso discorso. Per commentare il film l’attivista si è collegata dalla sua scuola durante la ricreazione.
All’ANSA l’attivista ha detto che:
“La crisi del Covid ha colpito tutti, sconfiggere il virus è una priorità, non si possono gestire due crisi insieme.”
Ha proseguito dicendo che:
”Per questo le questioni ambientali la lotta sul Climate Change è stata messa in pausa, invece dobbiamo capire che è urgente e non si può mollare se vogliamo avere un futuro.”
Ha partecipato all’incontro sul film di Nathan Grossman dalla biblioteca dell’istituto che frequenta. Greta – I am Greta è dedicato totalmente alla ragazzina che da sola ha ispirato il movimento Fridays for Future.
Greta Thunberg dice di non essere una bambina arrabbiata che grida contro i leader mondiali. Dice che in realtà è molto diversa da come alcuni media la dipingono dato che
“sono una ragazza timida, studiosa, una nerd che ha a cuore il presente e il futuro del Pianeta e dunque anche il mio.”
Il messaggio di Greta
L’attivista non voleva perdere scuola, cosa che fa solo per i suoi scioperi per il clima. Desiderava però porre attenzione sul valore molto simbolico che questo documentario di Nathan Grossman ha, anche se presentato fuori concorso.
Dopo l’anno sabbatico ora Greta si vuole riprendere la vita da adolescente, tornando alla classica routine e normalità di studentessa. La prova di questo è che durante la diretta ha detto che:
“Devo rispondere velocemente, devo tornare a lezione.”
Il documentario di Grossman è stato definito potente e istruttivo dalla critica. Racconta la vita della ragazza durante la sua battaglia per salvare il pianeta durante il suo anno sabbatico. La si segue dalla partenza da Plymouth fino all’arrivo a New York all’Assemblea generale dell’Onu.
La vediamo avere paura per il mare grosso, la sua solitudine durante l’attraversata, il vivere un’esperienza molto più grande di lei. Tutte emozioni che fanno da cornice alla grande esperienza vissuta. Colpiscono molto frasi del tipo:
“È una responsabilità enorme quella che ho, è troppo grande per me.”
La consapevolezza che la lotta non si deve fermare
A 5 anni dalla stipula degli accordi di Parigi sul clima, ben poco è stato fatto e le azioni per migliorare sono esigue. Greta ha detto che si riconosce moltissimo nel docufilm.
All’inizio era preoccupata perché il regista era sempre con lei e l’ha filmata in silenzio per oltre un anno:
“neppure mi ricordavo di lui, ad un certo punto ho pure dubitato che il suo fosse un lavoro professionale.”
Quest’impressione deriva dal fatto che Grossman non aveva la troupe, semplicemente si è armato di una videocamera e seguiva Greta ovunque.
Il docufilm offre un ritratto di Greta completo, parlando anche delle prese in giro, della sindrome di Asperger, delle minacce di morte, degli insulti che le sono stai rivolti da Bolsonaro e Trump.
Nel documentario possiamo vedere anche alcuni ambiti privati, come il rapporto della ragazza con il suo cavallo e il cane Roxy. Oppure vedere Greta che scrive i suoi discorsi nottempo, migliorandoli e analizzandoli parola per parola.
Conosciamo anche i genitori che seguono preoccupati la figlia stanca, mentre salta i pasti oppure prova e riprova i discorsi. Possiamo vedere meglio il padre, che la segue nella sua lotta.