Il cadavere della piccola di 20 mesi non è mai stato ritrovato. I due genitori sono stati condannati con il rito abbreviato.
A Dragana Ahmetovic e Slavko Seferovic è stato così stato contestato anche l’occultamento di cadavere, la simulazione di reato e il rogo doloso del mezzo.
La morte della piccola e l’incendio del furgone
Era il dicembre del 2017 quando di Esperanza, bimba rom di 20 mesi, si persero le tracce. Il furgone su cui viveva la famiglia della piccola venne ritrovato bruciato nei pressi del campo.
In quel furgone, però, nessuna traccia della piccola. Tra ribaltoni e rimpalli di accuse tra i due coniugi, gli inquirenti si convinsero che la piccola fosse stata uccisa agli inizi di dicembre, forse strangolata o impiccata. Il corpo di Esperanza non è mai stato ritrovato.
Inizialmente i due genitori avevano raccontato che Esperanza era stata rapita. Dopo l’arresto, cambiarono di nuovo versione dei fatti, sostenendo di aver trovato la bambina senza vita nel suo letto.
La condanna a 20 anni di carcere
Versioni che non hanno mai convinto del tutto gli inquirenti, tanto che Dragana Ahmetovic e Slavko Seferovic sono stati accusati di omicidio volontario.
I due coniugi sono stati condannati a 20 anni di carcere per la morte della piccola Esperanza. Ai due è stato contestato anche l’occultamento di cadavere, la simulazione di reato e il rogo doloso del mezzo.
Nell’ultima versione fornita agli inquirenti, la madre aveva spiegato di averla uccisa soffocandola, schiacciandole il petto. Poi l’avrebbe gettato nel fiume Cixerri direttamente da un ponte, per far perdere le sue tracce.
Nelle intercettazioni delle loro conversazioni, Dragana e Slavko parlavano spesso di seppellimento, senza però mai indicare un luogo preciso. Entrambi i coniugi, condannati con rito abbreviato, sono detenuti nel carcere di Uta a Cagliari.