Torna sul tavolo del Governo il tema delle pensioni: Antonio Misiani, viceministro dell’Economia e delle Finanze, ha confermato la non proroga di Quota 100 oltre l’anno 2021.
Quindi, la riforma sulle pensioni voluta da Matteo Salvini è stata confermata solo per l’anno 2021: con Quota 100 i lavoratori lasciano il lavoro a 62 anni di età con 38 anni di contributi.
Intanto, l’Esecutivo sta valutando diverse ipotesi rimpiazzare Quota 100 con Quota 41, che consente di anticipare l’età della pensione al di sotto dei 67 anni.
Secondo alcuni studi condotti prima dell’introduzione di “Quota 100”, passare a Quota 41 avrebbe fatto salire la spesa a 12 miliardi già a partire dal primo anno.
Pensioni, addio a Quota 100 o Quota 100 con taglio maggiorato?
Da oggi mercoledì 16 settembre si apre un tavolo tra governo e sindacati per “scongiurare” lo scalone che si andrebbe a creare il 1° gennaio 2022 quando tramonterà definitivamente Quota 100.
Dal 2022 entrerà in vigore anche il nuovo scatto di “anzianità” che prevede l’accesso alla pensione solo per chi abbia compiuto almeno 67 anni.
Intanto, potrebbe non tramontare del tutto l’idea di introdurre una sorta di Quota 100 con taglio maggiorato.
Che cosa significa? Si tratta di una misura che prevede l’introduzione di un meccanismo flessibile per consentire le uscite a partire da 62, o 63, anni di età anagrafica e un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Inoltre, sarebbe prevista una penalizzazione, che consisterebbe in una riduzione del trattamento del 2,8-3% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni, soglia d’età per avere diritto alla pensione di vecchiaia.
Intanto, sulla non proroga di Quota 100 oltre il 2021, l’ex sottosegretario leghista Claudio Durigon commenta:
“Grazie a Quota 100 la disoccupazione giovanile è diminuita dal 33 al 23% e abbiamo registrato 285.000 occupati in più rispetto all’anno precedente, nonostante la crescita zero del Paese.
Trecentomila italiani sono andati in pensione garantendo così un ricambio generazionale nel mondo del lavoro fondamentale per i giovani.”.
Pensioni, in arrivo Quota 41?
I sindacati preparano la loro controproposta da mettere sul tavolo del governo. Si tratta di Quota 41, che consente a chi ha versato 41 anni di contributi di andare in pensione.
Per rendere sostenibile Quota 41 si prevede un taglio dell’assegno di almeno 3% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni.