Sì alla fusione tra CaixaBank e Bankia, dal cui matrimonio nascerà la maggiore banca del Paese iberico con asset per circa 600 miliardi di euro.
I Consigli di Amministrazione dei due istituti iberici hanno dato via libera all’aggregazione che dà origine infatti al la più grande banca nazionale spagnola.
Il nuovo istituto di credito spagnolo vanterà oltre 664 miliardi di euro di attivi totali in Spagna, davanti a Bbva (419 miliardi) e Santander (355 miliardi), che invece hanno un’elevata vocazione internazionale.
Caixabank ha valutato Bankia 4,3 miliardi di euro nell’ambito dell’accordo azionario di acquisto relativo alla fusione.
Fusione Caixabank: profilo del nuovo colosso bancario
La convocazione dei consiglieri è arrivata ieri mattina dopo un precedente incontro ai massimi livelli tra i principali azionisti degli enti: la Fondazione bancaria La Caixa e il Governo.
La Caixa controlla il 40% di CaixaBank attraverso Criteria, mentre il Frob, “braccio” dal Ministero dell’Economia, ha quasi il 62% di Bankia.
Il nuovo gruppo si chiamerà Caixabank, mentre Bankia come marchio commerciale sarà abbandonato gradualmente.
Avrà 51.500 dipendenti in Spagna e 6.300 filiali, conterà più di 20 milioni di clienti e una quota di mercato del 24% nei depositi; del 25% in prestiti, del 29% in prodotti di risparmio a lungo termine.
Jose Ignacio Goirigolzarri di Bankia sarà Presidente esecutivo, ma con poteri limitati.
Gonzalo Gortazar, CEO di Caixabank, sarà amministratore delegato.
La sede legale sarà a Valencia, pur mantenendo la sede operativa a Madrid e Barcellona.
Fusione CaixaBank: obiettivi
Le banche stimano il rendimento del nuovo gruppo sul coefficiente azionario tangibile (ROTE) a oltre l’8% nel 2022.
È possibile che venga raggiunto un core Tier-1 ratio fully loaded di circa l’11,6% nel primo trimestre dopo l’operazione di fusione.
Caixabank e Bankia puntano a generare risparmi annuali ricorrenti di 770 milioni di euro entro il 2023 e a generare sinergie di fatturato pari a 290 milioni di euro all’anno in un periodo di cinque anni.
I costi di ristrutturazione previsti sono di 2,2 miliardi di euro, che Caixabank prevede di compensare con una cattiva volontà, che si verifica quando un’attività viene portata al di sotto del valore contabile.