E’ stata la cofondatrice del Manifesto e dirigente del Pci, Rossana Rossanda si è spenta all’età di 96 anni.
Rossana Rossanda, dopo la sua vita politica, aveva deciso di dedicarsi esclusivamente al giornalismo.
L’annuncio funebre su il Manifesto
La morte di Rossana Rossanda è stata annunciata attraverso un tweet lanciato da Il Manifesto, il giornale che la donna aveva co fondato. La sua morte è avvenuta a 96 anni, nella notte tra sabato e domenica 20 settembre, a Roma.
Scrittrice, donna di politica (fu dirigente del Pci) ma anche giornalista, la Rossanda fu la co-fondatrice del giornale Il Manifesto. Il giornale ha deciso di ricordare la sua fondatrice con un numero speciale che sarà in vendita il prossimo martedì.
Chi era Rossana Rossanda
La Rossanda nacque a Pola nel 1924. Antonio Banfi le fece scuola tanto da diventare leader del Partito Comunista Italiano per il decennio tra gli anni ’50 e ’60. Poi, arrivò la nomina da Palmiro Togliatti: divenne responsabile della politica culturale del Pci.
Nel 1969 decise di fondare il gruppo politico e, successivamente, la rivista il Manifesto, che resiste ancora oggi ed è un quotidiano dal 1971. Insieme a lei, nella fondazione ci furono Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina. L’idea nacque dalla volontà di elaborare una crisi del socialismo reale, seguendo la scia dei movimenti studenteschi ed operai dell’epoca.
A causa delle posizioni assunte dal giornale nel 1969, che erano nettamente in contrasto con la linea maggioritaria del partito, fecero sì che Rossanda ed altri membri del Pci venissero radiati dal partito.
La sua letteratura è stata dedicata soprattutto ai movimenti operai e femministi. Dopo diverse pubblicazioni, tra cui ricordiamo, Conversazioni sulle parole della politica (edito da Feltrinelli, nel 1979), nel 2005 è uscita la sua autobiografia, intitolata La ragazza del secolo scorso, autobiografia tra storia e memoria. Verrà ricordata come una degli intellettuali più autorevoli del paese.