Il caso di Giada Vitale abusata da ragazzina da un sacerdote è arrivato alla conclusione: confermata condanna, è polemica sulla motivazione.
Per la Cassazione Don Marino è colpevole di aver avuto rapporti con una minore ma non vi sarebbe stata volenza. Secondo la vittima Giada Vitale, abusata quando aveva solo 13 anni è una vittoria a metà.
Il caso di Giada Vitale vittima di abusi in sagrestia
Il dramma della giovane Giada Vitale è purtroppo comune a molte ragazze e ragazzi che si ritrovano vittime di adulti abusanti.
La Vitale aveva solo 13 anni quando Don Marino prete della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Portocannone in provincia di Sassari la avvicinò.
La ragazzina faceva parte del coro della chiesa, era orfana di padre e sua nonna stessa le disse che il sacerdote era come un padre, una figura di cui fidarsi.
Gli abusi in sagrestia continueranno per anni finché Giada troverà la forza di svelare l’orrore che aveva vissuto.
Il processo a carico del sacerdote ha visto in questi giorni arrivare la chiusura con la conferma in terzo grado della condanna mentre in primo grado il sacerdote era stato condannato a 6 anni come riporta Primonumero.
Don Marino è stato condannato a 4 anni e 10 mesi per i rapporti avuti con la minore nei mesi che precedevano il suo 14esimo compleanno, per il resto del tempo in cui si è protratta la dinamica terribile invece vi è stata derubricazione a “relazione consenziente”.
Come se una ragazzina a 14 anni fosse in grado di superare la paura ed il blocco psicologico derivanti da un approccio da parte di un adulto, come lei stessa ha raccontato a Storie Italiane.
Nella sentenza si legge:
“Trattasi di una dinamica tipica di un rapporto di coppia tra persone consenzienti..”
Secondo la Cassazione pur tenendo conto della differenza d’età- 40 anni- tra i due le dinamiche sarebbero non rilevanti di qualcosa di illecito.
La condanna della Cassazione fa discutere
La terza sezione penale della Cassazione ha dunque rilevato come reato il rapporto con la 13enne mentre dai 14 anni secondo la corte Giada sarebbe stata consenziente.
Ad inizio settembre 2020 il caso era finito anche in Parlamento come riporta Fanpage, e a far discutere è non solo la sentenza ma anche le parole del Vescovo già emerse in passato.
“Lui non è uno che va facendo sta roba con tutti quanti. Ha fatto un’esperienza del genere, ha vissuto questa storia impropria con te. Non è un criminale”
Aveva detto il Vescovo di Lario Gianfranco De Luca a Giada in una registrazione, parole allegate alla memoria della ragazza discussa in Parlamento dall’onorevole Ascari del M5s.
Ora che anche la Cassazione ha confermato la condanna ci si chiede se davvero un rapporto tra una 13enne ed un 55enne possa essere considerato consenziente o se come ha dichiarato la stessa Giada questa debba essere considerata una “vittoria a metà”.