Cantante e attrice francese, nonché musa dell’esistenzialismo, è oggi morta Juliette Gréco. Nella sua lunga carriera, aveva incrociato tanti artisti.
Da Miles Davis a Jacques Prévert, Juliette Gréco era un’icona della canzone francese.
Passione, battaglie, amore e risate intense
Queste erano le parole che Juliette Gréco utilizzava spesso per fare un riassunto della sua vita straordinaria, sia sotto le luci della ribalta che nella vita privata.
L’attrice e cantante francese, nacque a Montpellier nel 1927. Divenne celebre al grande pubblico anche grazie ad una serie televisiva dedicata al fantasma del Louvre, intitolata Belfagor. La sua carriera. però, iniziò a metà degli anni ’40, quando si esibiva nei caffé bohemienne a Parigi.
L’annuncio della sua morte è stato dato dalla famiglia dell’icona francese. Si è spenta nella sua casa di Ramatuelle, circondata dall’affetto dei suoi cari.
La Gréco fu la musa ispiratrice per molti artisti. In particolare Boris Vian a Raymond Queneau, come si legge su Repubblica, scriveva di lei:
“Gréco, rosa nera dei cortili. Dalla scuola dei bambini imprudenti”.
Oltre alla musica, la sua giovinezza fu caratterizzata anche da tanto impegno politico. Negli anni del nazismo venne picchiata dalla Gestapo a soli 15 anni. Sua madre venne deportata. Le due si ricongiunsero ma la madre decise di trasferirsi in Indonesia quando Juliette era poco più che ventenne.
I suoi successi
Nella città di Parigi, Juliette interpretò la canzone Rue des Blancs-Manteaux, nata da un poeta esperto. Nel 1947, scoprì per caso una cantina vuota che trasformò, insieme a delle amiche in un luogo d’incontro di poesia e musica. Si chiamava il Tunnel.
Nel 1949 amò Miles Davis per qualche settimana, lui tornò nella sua New York senza nemmeno salutarla. Nel 1954 ebbe l’unica figlia (che morì a causa di un tumore nel 2016) dal suo primo marito. La simpatia per il magnate di Darryl Zanuck le aprì la strada verso Hollywood dove girò diversi film e successi televisivi.
La sua era una voce molto particolare, dentro un corpo esile ma passionale. Diventò l’emblema del femminismo ma anche l’archetipo della donna moderna. Si considerava come una donna più avanti rispetto a quelle dei suoi tempi.