Gli spaghetti integrali sono ricchi di pesticidi e metalli pesanti. Cosa ha rivelato il test condotto e quali marche sono coinvolte.
Un’indagine condotta da Oko-Test ha analizzato 20 diversi marchi di Spaghetti Integrali tra cui Buitoni e Barilla.
La maggior parte dei campioni analizzati presenta un’alta concentrazione di pesticidi, metalli pesanti e tossine.
Mangiando questi spaghetti assorbiamo gli agenti tossici e rischiamo la nostra salute.
Ecco cosa hanno rivelato i risultati dei test condotti e quali sono le marche coinvolte nell’analisi.
Pasta integrale con pesticidi
La pasta integrale è rinomata per essere più sana e ricca di nutrienti rispetto a quella normale.
Non è raffinata e racchiude maggiori e migliori micronutrienti, viene consigliata in tutte le diete alimentari e soprattutto a coloro che soffrono di intestino irregolare poiché ricca di fibre.
I medici e i dietologi confermano che gli spaghetti integrali contengono più ferro, magnesio e vitamine quindi sono più salutari da consumare.
In tante persone sono oramai convinte che la pasta bianca sia da demonizzare mentre la pasta integrale sia l’unica sana e salutare per l’organismo.
Il test condotto dalla rivista Oko-Test demolisce la sicurezza della pasta integrale viene: i risultati rivelano che 2/3 dei campioni analizzati erano pieni di pesticidi e metalli pesanti.
Coinvolte anche marche biologiche dalle quali il consumatore medio si aspetta purezza, sicurezza e totale naturalezza del prodotto.
Le marche coinvolte nel test condotto sono 20 e analizzano spaghetti integrali di grano e di farro:
- Newlat
- Alnatura
- Barilla spaghetti N.5
- Netto Marken-Discount, spaghetti integrali bio
- Weiling, spaghetti integrali bio
- Spaghetti di Farro Bio Rinatura Rila
- Dennree
- Aldi Sud, spaghetti integrali bio
- Bio Zabler Paradiso
- K-organic
- Bio-Zentrale
- Buitoni Integrale Spaghettini
- Spaghetti integrali biologici combino – Lidl
- Edeka, spaghetti integrali bio
- Spaghetti Integrali al Farro Naturata, Demeter
- Pasta maker spaghetti integrali di farro, Demeter
- Rapunzel
- Rewe spaghetti integrali biologici
- Riesa
- Tegut
I risultati: le marche peggiori e le marche migliori
I risultati del test condotto parlano chiaro: solo 8 marche sono risultate salutari da mangiare, le altre hanno fallito il test.
In 11 spaghetti su 20 gli esperti hanno rilevato tracce di micotossine e in 5 campioni la concentrazione era elevata a livelli preoccupanti.
Circa un quarto degli spaghetti analizzati hanno completamente fallito il test ottenendo un punteggio insufficiente o scarso.
Il marchio Buitoni è risultato essere il peggiore fra tutti quelli analizzati: è stato l’unico in cui è stata rilevata una cospicua traccia di pesticidi.
Nella pasta Buitoni il test ha rilevato la presenza di pesticidi tossici chiamati cipermetrina e pirimifosmetile. Le quantità erano al di sotto dei limiti consentiti ma ciò non ha impedito alla rivista tedesca di declassarli nella lista dei campioni analizzati: sono i peggiori insieme agli spaghetti Bio-zentrale.
Oltre ai pesticidi, nella pasta Buitoni, hanno rilevato anche micotossine T2 e HT2 in concentrazioni preoccupanti: dosi superiori a quelle consigliate per l’assunzione giornaliera. La stessa dose è stata riscontrata anche nei marchi Aldi Sud, Bio-Zentrale, Newlat e Alnatura.
Le micotossine ono sostanze altamente tossiche non distruggibili con la cottura: indeboliscono il sistema immunitario e danneggiano le cellule del sangue
Anche la Barilla non ha superato brillantemente le analisi. Oko-Test gli ha attribuito un voto poco più che soddisfacente. Negli spaghetti integrali Barilla hanno rilevato alte tracce di micotossine ma non superiori ai limiti permessi. La medesima quantità c’era anche nei marchi Tegut, Rila, Denree, Rapunzel e Rewe.
Nella pasta Riesa è stata rilevata anche la presenza di metalli pesanti come nichel e cadmio.
Solo 8 Spahetti Integrali hanno superato positivamente il test risultando 100% salutari:
- Netto Marken discount
- Lidl
- Weiling
- Edeka
- Kaufland
- Naturata
- Spaichinger Nudelmacher
- Bernhard zabler
Il test ha dimostrato che leggere sulla confezione la parola ‘integrale’ o ‘biologico‘ non è sempre sinonimo di qualità e sicurezza assicurata.