A “L’Arena” sono andate in onda le immagini della villa in cui vivevano i fratelli Bianchi in carcere ora per l’omicidio di Willy Duarte.
Statue di leoni, macchine parcheggiate ed ostentazione del lusso: questo lo stile di vita che emerge anche dalle immagini della villa della famiglia Bianchi in netto contrasto con il reddito di cittadinanza percepito dal capofamiglia.
La villa dorata dei fratelli Bianchi
Sul caso dell’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte, massacrato di botte a Colleferro aleggiano ancora numerose ombre che gli inquirenti stanno cercando di dipanare.
Un’indagine patrimoniale parallela è stata avviata dalla Procura nel momento in cui è emerso che la famiglia Bianchi percepiva da tempo il reddito di cittadinanza pur non versando in condizioni di bisogno.
Ciò ha portato all’accusa nei confronti del capofamiglia di aver frodato lo Stato: Ruggero Bianchi avrebbe infatti omesso dei dati nella compilazione della richiesta per il sussidio.
Ora grazie alla trasmissione di La7 L’Arena è emerso dove abitavano Marco e Gabriele prima dell’omicidio.
Si tratta di una sontuosa villa, ad Artena e l’inviato della trasmissione di Massimo Giletti ne ha documentato lo sfarzo.
Carlo Marsili si è infatti recato sul posto, ad Artena dove vivevano i due fratelli “picchiatori” esperti di arti marziali, ed ha ripreso la villa con tanto di statue di leoni e numerose auto parcheggiate nello spazio interno. Un grande cancello recante le iniziali del capofamiglia troneggia proteggendo alla vista la residenza della famiglia.
I due fratelli, di 24 e 26 anni, accusati dell’efferato delitto dunque, vivevano nel lusso nonostante non avessero degli impieghi fissi ma solo sporadiche attività saltuarie e risultassero a carico dei genitori.
L’indagine della Guardia di Finanza si sta dunque concentrando sulla valutazione del patrimonio della famiglia Bianchi.
Ecco il video divulgato dalla trasmissione L’Arena.
L’autopsia sul povero Willy fa emergere particolari scioccanti
Nella scioccante vicenda dell’omicidio del 21enne Willy, aiutante cuoco ed amato da tutti a Colleferro, emergono via via dei particolari da brividi riguardanti la notte in cui il gruppo dei quattro “picchiatori” ha inflitto al ragazzo un terribile ed insensato pestaggio.
Come emerso dai recenti risultati dell’autopsia il ragazzo, picchiato fino alla morte solo perché era intervenuto per sedare una rissa davanti ad un pub, presentava gli organi interni completamente spappolati.
Come riportato da La Repubblica infatti cuore, polmoni, fegato e milza presentavano lesioni talmente importanti che avrebbero potuto essere inflitte con oggetti contundenti come una spranga di ferro. Il cuore presentava anche una ferita di 7 centimetri.
Tali evidenze lasciano comprendere la furia dei colpi, calci e pugni, riconducibili anche a mosse “proibite” delle arti marziali conosciute dai giovani che si sono accaniti sul suo povero corpo anche quando era già a terra inerme.
Sulla vicenda che ha scioccato l’Italia continua ili lavoro degli inquirenti per chiarire le responsabilità degli indagati.