“Siamo la maggioranza del Paese e il governo ancora non ci ha convocati per parlare del Recovery fund”: il leader della Lega Matteo Salvini attacca il Premier Conte.
“Zingaretti e Renzi si fanno i conti sulla legge elettorale per capire quale conviene, io non penso a una riforma per me stesso, penso a una legge elettorale col maggioritario: chi vince governa, il Paese ha bisogno di stabilità”,
è quanto detto da Matteo Salvini, intervistato dal direttore di Tgcom24 Paolo Liguori.
L’importante è non trascorrere i prossimi 8 mesi a parlare della Legge Elettorale.
Salvini vuole abolire il sistema elettorale proporzionale in vigore, il Rosatellum, e tornare a quello maggioritario.
La proposta del leader della Lega Salvini è stata annunciata nell’assemblea degli amministratori locali della Lega, a Pontida, e del Centro destra a Milano.
L’obiettivo sarebbe quello di proporre un referendum abrogativo con il quale eliminare la parte proporzionale del Rosatellum bis e lasciare la Legge Elettorale maggioritaria.
Salvini propone il ritorno al sistema elettorale maggioritario
Il Segretario del Carroccio Matteo Salvini, durante l’assemblea della Lega del 14 settembre ha annunciato di voler tornare al sistema elettorale maggioritario puro.
Per farlo Matteo Salvini è pronto ad indire un referendum popolare: il leader della Lega ha intenzione di lasciare la parte maggioritaria del Rosatellum bis, l’attuale sistema elettorale, abolendo le disposizioni proporzionali.
Per farlo occorrono le firme di 500.000 elettori oppure di 5 Consigli Regionali: l’iter da seguire è quanto disciplinato dall’articolo 75 della Costituzione.
“Se potessi avere la bacchetta magica farei dell’Italia una Repubblica federale e presidenziale”,
sottolinea il Segretario della Lega Salvini.
Salvini dà atto del successo del “modello Veneto”
Sulla pagina ufficiale di Matteo Salvini si nota una raffica di foto e video con Luca Zaia, riconfermato Governatore del Veneto.
Il Segretario del Carroccio dà atto del successo del “modello Veneto”, ma parla di
“grande responsabilità attribuita dagli elettori non al governatore ma al partito.
E mette insieme, in un unico conto, tutti i consiglieri leghisti, per la stragrande maggioranza eletti con Zaia”.