Giorno decisivo nel processo per l’omicidio Vannini, in aula Antonio Ciontoli e la famiglia di Marco: ecco cosa hanno deciso i giudici.
In aula in Corte D’Appello a Roma oggi si decidevano le sorti della famiglia Ciontoli imputati per l’omicidio di Marco Vannini. Ecco le fasi salienti dell’udienza e la sentenza finale, a cinque anni dalla morte del giovane di Ladispoli.
Processo d’Appello bis: dalla decisione della Cassazione ad oggi
La morte di Marco Vannini, un ragazzo solare e pieno di vita di Ladispoli ha sconvolto tutti ed è entrato nei cuori di moltissime persone che in questi anni hanno seguito la vicenda processuale sperando in una risoluzione giusta.
La sera del 18 maggio 2015, il 20enne Marco moriva nella villetta dei Ciontoli dove si trovava in compagnia della sua fidanzata Martina, per un colpo di pistola esploso, diranno i Ciontoli, per sbaglio mentre Marco era in vasca.
A fare fuoco il reo confesso Antonio Ciontoli, che però sostenne sempre di aver fatto fuoco solo per un tragico errore.
A sostenere la teoria dell’incidente anche gli altri famigliari presenti che hanno sempre dichiarato di non aver capito fino all’ultimo la gravità della situazione, essendosi fidati di quanto riportava Antonio.
Nel processo di 1′ grado Antonio fu condannato a 14 anni ma nel successivo processo d’Appello il reato fu derubricato ad omicidio colposo e le pene scesero a 5 anni per il capofamiglia ed a 3 anni per moglie e figli di Antonio.
Le sorti del processo sembravano fatte ma l’8 febbraio scorso la Cassazione ha annullato la sentenza d’Appello sostenendo che tutti i Ciontoli fossero in realtà complici nella morte di Marco e che andassero indagati tutti per omicidio volontario.
Ed eccoci all’8 luglio 2020 quando le porte della Corte d’Appello di Roma si sono riaperte per cercare di arrivare ala verità sulla morte di Marco.
Ad uscire di scena definitivamente come imputata fu Viola Giorgini, fidanzata di Federico che però è rientrata nel processo come testimone dei Ciontoli: per molti, le sue parole sono state involontariamente più dannose che a favore di Federico e famiglia.
L’accusa ha chiesto 14 anni per omicidio volontario per tutta la famiglia Ciontoli, mentre la difesa pensa ad un ritorno alla scorsa sentenza di omicidio colposo.
Cosa è accaduto oggi 30 settembre nell’udienza finale?
La sentenza: chi è stato condannato
Nell’aula Europa stamattina si sono presentate moltissime persone: giornalisti, famigliari di Marco, avvocati ed ovviamente l’imputato principale, Antonio Ciontoli.
L’uomo è stato l’unico a comparire della sia famiglia e non ha risposto alle domande dei giornalisti all’esterno del Tribunale di Roma.
L’udienza è iniziata alle 9.30 ed il Pg Saveriano ha subito centrato il motivo dell’udienza come riporta l’inviata della trasmissione Chi l’Ha Visto che stasera dedicherà ampio spazio al caso Vannini:
“Davanti a voi avete due versioni contrapposte che riguardano la cognizione di ciò che stava avvenendo”
Come riportato anche da Gian Pietro Fiore, giornalista di Giallo, Antonio Ciontoli in aula ha fatto le dichiarazioni spontanee ed ha pianto, chiedendo perdono alla famiglia di Marco.
Marina, la mamma di Marco, prima della sentenza aveva dichiarato:
“Non mi interessano le sue parole e le sue scuse. Ciontoli continua a mentire.
Non cerco vendetta ma solo giustizia per mio figlio”
Dopo 5 anni alle 14.40 è arrivata la sentenza: tutti i Ciontoli condannati a 9 anni e 4 mesi per Mary Pezzillo, Federico Ciontoli e Martina Ciontoli. Confermati 14 anni per Antonio.
Tutta la famiglia Ciontoli è stata condannata per omicidio volontario.
A riprendere la scena in diretta anche le telecamere di Quarto Grado.
Dopo la sentenza in aula è scoppiata la gioia della famiglia di Marco.
“Sono frastornato..ancora non realizzo..la giustizia è un diritto di tutti”
Ha dichiarato papà Valerio.
“Io e Valerio ci siamo sempre battuti..Oggi voglio godermi questo momento”
Sono state le parole di Marina Conte la combattiva mamma di Marco.
Ciontoli si è allontanato subito dopo la lettura della sentenza e anche se come Marina Conte ha ipotizzato la vicenda processuale non si chiuderà qui, questo è il giorno in cui si può scordare quella sentenza giudicata “vergognosa” del primo processo d’appello.