Antonio De Marco dopo l’omicidio di Daniele ed Eleonora scrisse una lettera: la terribile confessione.
Nella mente del killer di Lecce, Antonio De Marco, cosa passava nei momenti successivi al delitto? Grazie ad una lettera ritrovata solo ora sono emersi nuovi elementi, ecco quali.
Omicidio di Lecce: chiarito un punto fondamentale
La personalità di Antonio De Marco è il punto essenziale su cui difesa ed accusa si danno battaglia per ricostruire l’esatta dinamica di quanto avvenuto nella casa di Lecce dove sono stati trucidati i due fidanzatini il 21 settembre scorso.
Fin dai primi momenti, il ritrovamento sulla scena del delitto di così tanti indizi aveva fatto pensare ad un’azione premeditata per uccidere Daniele De Santis ed Eleonora Manta.
Tra quei ritrovamenti come mostrato anche nell’ultima puntata di Quarto Grado, vi erano la fodera del coltello utilizzato per uccidere e la maschera fatta con un collant da donna.
Sopra il collant, un ghigno disegnato con il pennarello, probabilmente per spaventare le vittime.
Tra i punti oscuri del folle piano del killer, scritto nei biglietti ritrovati, vi era anche una fantomatica “caccia al tesoro”.
De Marco nell’interrogatorio ha finalmente chiarito cosa intendesse: si riferiva ad un oggetto in particolare, che voleva portare via in ricordo della mattanza.
A cosa si riferisce? Forse ad un oggetto contenuto nella cassaforte? O un oggetto personale dei due fidanzati? Gli inquirenti sono al lavoro per capirlo.
La lettera mai inviata: cosa contiene?
Durante le recenti perquisizioni in casa dello studente di infermieristica sono stati requisiti computer, telefono e due pen drive, come riporta Leggo.
Proprio nel pc era contenuta, ancora mai inviata, una lettera per un’amica di corso del 21enne reo confesso.
Nella lettera De Marco rivela all’amica di essere lui l’autore del terribile gesto e di essere consapevole che non si sarebbero più rivisti.
“Voglio essere sincero: sono stato io a farlo…”
E poi augura all’amica di essere felice e di vivere una vita serena e piena, quello che lui non ha mai avuto e che sa che non avrà.
“Quello che io non ho avuto e probabilmente non avrei avuto e che nella vita spero tu possa riceverne il doppio”.
De Marco confessa il movente del delitto? La sua solitudine? E perché non ha mai inviato quella lettera, scritta poche ore dopo la mattanza?
Questo dubbi restano dei punti fondamentali da dover chiarire nel proseguo delle indagini.