Paura dentro le carceri italiane e la decisione di mandare a casa almeno 5.000 detenuti per il coronavirus.
Focus sulle carceri italiane dove la seconda ondata di coronavirus paralizza tanto da mandare a casa circa 5.000 detenuti.
La decisione per i detenuti italiani
Una seconda ondata violenta per il Covid 19 che continua a far aumentare positivi e morti nel giro di pochissime ore. Ma anche dentro le carceri italiane si ha paura, infatti già 150 detenuti sono risultati essere positivi all’interno di 41 istituti differenti tra San Vittore, Terni e Benevento. A questi dati si aggiungono anche 200 operatori della Polizia Penitenziaria di cui tre sono ricoverati mentre gli altri restano a casa in quarantena.
Il Ministero della Giustizia – come si legge su Corriere – ha evidenziato che questi numeri sono al pari di quelli di aprile ma la parte preoccupane è la crescita rapida e inarrestabile che fa pensare ad una crisi alle porte.
La riunione del Consiglio dei Ministri ha portato a dei provvedimenti netti per evitare che il virus si propaghi in maniera esponenziale anche all’interno degli istituti penitenziari. Per questo motivo 2 mila detenuti potranno godere del regime di semi libertà che dormiranno a casa per poi rientrare in cella di giorno insieme ad altri 3 mila detenuti comuni. Un totale di 5.000 persone che potranno usufruire di questa decisione.
Detenuti con braccialetto elettronico
Tutti i detenuti che potranno uscire dal carcere con detenzione domiciliare dovranno indossare il braccialetto elettronico e saranno coloro che hanno una pena minore di 18 mesi.
Alfonso Bonafede in un suo post su Facebook ha evidenziato che questa norma non andrà a favore dei condannati per terrorismo, corruzione, mafia, violenza sessuale, stalking e maltrattamenti in famiglia. Non solo, anche tutte le persone che hanno partecipato a rivolte e risse all’interno dell’istituto non saranno prese in considerazione per attuare il piano di cui sopra.