Salvati dal commercio di carne di cane della Corea del Sud 200 esemplari di golden retriever, barboncini, jindos coreani, mastini, terrier e labrador.
200 cani salvati dal commercio di carne di cane della Corea del Sud
Carne di cane golden retriever, barboncini, terrier e labrador
Sono circa 196 i cani salvati dal commercio di carne di cane della Corea del Sud, grazie ad una missione di salvataggio della Humane Society International (HSI).
Molti di loro sono partiti con destinazione Stati Uniti alla fine della scorsa settimana. Attualmente sono in decompressione mentre l’HSI ha iniziato la ricerca di case che adottino i cani scampati alla macellazione.
Ben 170 facevano parte di un unico allevamento che comprendeva: golden retriever, barboncini, jindos coreani e mastini, pomerania, terrier e labrador.
Quello che per molti in occidente è considerata una barbarie, in Cina fa parte della tradizione secolare.
Quasi nessun cinese vede questa pratica come qualcosa da censurare o condannare, allo stesso modo di quel che accade in Occidente dove si consuma carne di maiale, pollo o vitello.
Tuttavia non tutti i cinesi mangiano carne di cane. Sembra che a farlo siano rimasti ormai in pochi, prevalentemente tra la popolazione anziana.
In volo verso la libertà
Per i cani liberati dalla fabbrica si prospetta un lieto fine, una storia che non è costata poco in termini di impegno.
Infatti la quadra statunitense di HSI recatasi a Seoul, nella Corea del Sud, si è dovuta sottoporre alla quarantena per due settimane in hotel, a causa delle prevenzioni per il covid.
Tempo necessario a ricevere i permessi che hanno consentito di salvare gli animali dall’allevamento di carne di cane, situato a Haemi.
Mentre aspettano le loro famiglie adottive, la maggior parte dei cuccioli verrà accudita in rifugio temporanei, come quello nel Maryland gestito dalla Humane Society International. Il resto dei cani saranno portati in rifugi temporanei in Canada a Montreal.
Kelly O’Meara, vicepresidente di HSI per le campagne sugli animali da compagnia, ha affermato che la maggioranza delle persone in Corea del Sud non mangia regolarmente carne di cane, ed è in forte aumento il desiderio che sia posto un divieto al suo consumo.
Tuttavia sono ancora migliaia le fattorie di varie dimensioni in tutto il paese, qui cani di tutte le razze vivono un‘esistenza dura.
Secondo quanto riferito da GreenMe, quello che in passato era visto come un argomento tabù, e l’aver dato risalto alla sofferenza dei cani e alle condizioni estreme in cui vengono “allevati per la carne”, con norme antigeniche inesistenti, ha contribuito al crescente sostegno del divieto di carne di cane.
Secondo l’organizzazione HSI, l’allevamento di cani di Haemi è il 17 ° che è stato definitivamente chiuso, si spera che il governo coreano elimini gradualmente l’industria della carne di cane per sempre.
Magari a cominciare dalla prossima fiera della carne, considerato che nonostante la pandemia da coronavirus, lo scorso giugno si è regolarmente tenuta a Yulin nel Sud della Cina. Si spera sia stata l’ultima.