Nuova udienza del processo per la morte del piccolo Leonardo, illustrate le risultante delle indagini: ecco cosa è emerso.
Assente la madre, indagata per omicidio, poiché in isolamento causa Covid.
La morte del piccolo Leonardo Russo
La morte del piccolo Leonardo Russo a poco più di due anni ha sconvolto tutta l’Italia. Simili eventi non sono purtroppo rari, come evidenziano le cronache.
Anche in questo caso la vittima era un bimbo vittima ormai si ritiene assodato, delle botte dategli dal patrigno.
Leonardo Russo figlio di Gaia Russo, morì all’ospedale di Novara il 23 maggio 2019.
In ospedale arrivò in fin di vita dopo che la madre ed il patrigno raccontarono ai sanitari di una caduta dal lettino.
Le indagini, scattate immediatamente, fecero emergere un quadro di violenze inaudite subite dal piccolo.
La 23enne Gaia Russo, come dichiarato anche dai famigliari, aveva da qualche mese intessuto una relazione con il 24enne Nicolas Musi.
Il Musi, così emerse durante l’inchiesta aveva già avuto precedenti per minacce anche verso i suoi stessi famigliari. Dai racconti dei parenti di Gaia pare che la ragazza si fosse allontanata quasi del tutto dei suoi famigliari.
I due sono entrambi accusati di omicidio e nell’area scorsa udienza si sono rivisti per la prima volta dall’arresto: la Russo si è sentita male ed è svenuta in aula.
Dichiarazioni shock degli agenti: come morì il bimbo
Nelle scorse ore si è tenuta una nuova udienza del processo che vede alla sbarra patrigno e mamma del bimbo morto a Novara.
A causa della pandemia da Covid però alcune delle persone che dovevano presenziare oggi in aula non sono potute essere presenti per isolamento forzato.
Si tratta proprio della mamma di Leonardo e di due giudici della Corte D’Assise di Novara.
Gaia Russo è stata posta in isolamento nella comunità in cui si trova a causa della positività di un’altra ospite della stessa struttura.
A fare le loro dichiarazioni sono stati gli agenti della Squadra Mobile che si sono occupati delle indagini per la precisione Valeria Dulbecco la dirigente.
Secondo il resoconto delle testimonianze dei medici del pronto soccorso che videro per primi il povero Leonardo il 23 maggio 2019 le condizioni del bimbo destarono immediata preoccupazione.
Il piccolo presentava infatti troppi lividi e lesioni, oltre ad una frattura al bacino che non era compatibile solo con una caduta dal lettino come invece avevano dichiarato gli indagati.
In aula oltre all’imputato Musi che divideva l’appartamento di corso Trieste a Novara con la Russo, oggi c’era anche il papà biologico di Leonardo, Mouez Ajouli.
L’uomo si è costituito parte civile nel processo per la morte del suo piccolo, che riprenderà con un’altra udienza, a scanso di blocchi dovuti all’emergenza Covid, mercoledì 4 novembre.