Le mascherine FFP2 sono diventate merce rara durante la prima ondata della pandemia. Oggi sembrano più accessibili ma come riconoscere quelle certificate? Te lo spieghiamo noi.
Le mascherine FFP2 sono quelle filtranti considerate, dalla comunità scientifica, come le più affidabili contro il contagio.
La differenza con le altre
Le mascherine ffp2 sono molto richieste in questo periodo di pandemia. Si differenziano da quelle chirurgiche perché, oltre a proteggere gli altri, proteggono anche se stessi da possibili contagi.
Le mascherine chirurgiche, ad esempio, sono indicate dalla legge come dispositivi medici e devono rispettare la normativa Dir. 93/42/CEE che riguarda i dispositivi medici come, ad esempio, le sedie a rotelle. Inoltre, devono rispettare i requisiti imposti dalla EN 14683, una normativa tecnica che riguarda le prestazioni minime che una mascherina deve rispettare (capacità di filtrare e respirabilità). Se queste norme sono rispettate, la mascherina è affidabile.
Le mascherine in tessuto non sono considerate come dispositivi medici o come dispositivi di protezione individuale. Ne è stato legittimato l’uso ai cittadini attraverso il Decreto Cura Italia. Nonostante questo, alcune hanno un minimo di potere filtrante.
Le mascherine filtranti facciali
Possono essere identificati come dispositivi di protezione individuale (DPI) le mascherine FFP2, FFP3 e le N95 (equivalente statunitense).
Per essere DPI le mascherine devono rispettare le norme previste dal regolamento UE 425/2016. In particolare, le mascherine di cui sopra, per poter essere vendute, devono passare prima l’esame di un organismo notificato specializzato. Sarà proprio quest’ultimo a stabilire se il prodotto è conforme alla normativa EN 149:2001. Soltanto dopo, chi le produce potrà inserire il marchio CE.
Se hai dei dubbi sulle certificazioni, sul sito dell’Inail potrai verificare l’elenco dei DPI convalidati perché, in questi mesi, sono state previste delle deroghe.