Sono emerse le intercettazioni sul Ponte Morandi di Michele Donferri Mitelli del 25 giugno 2018 e quanto dichiarato è agghiacciante.
L’ex manager Aspi ha ammesso i problemi al Ponte Morandi come emerso in una intercettazione scioccante che compare all’interno del fascicolo di inchiesta sui pannelli fonoassorbenti.
L’intercettazione sul Ponte di Genova
L’ammissione che è stata fatta da Michele Donferri Mitelli è scioccante e mette in rilievo molti punti in merito al Ponte di Genova. Come si legge anche su TgCom e altri media italiani, la sua dichiarazione è stata riportata all’interno dell’ordinanza che lo ha messo ai domiciliari insieme a Giovanni Castellucci in merito al discorso delle barriere fonoassorbenti pericolose:
“i cavi del morandi sono corrosi”
ammissione scioccante datata 25 giugno 2018 ovvero cinquanta giorni prima del crollo e della morte di 43 persone. Un messaggio che sembra non essere mai emerso durante l’inchiesta sulla strage di Genova.
Il messaggio in questione è stato scoperto dai militari della Guardia di Finanza in merito ad alcune perquisizione che sono avvenute dopo il crollo del ponte. Secondo quanto emerge, il messaggio è stato inviato da Donferri via Whatsapp al cellulare di Paolo Berti – ex dirigente ora ai domiciliari.
I dettagli del messaggio
Secondo la ricostruzione, Berti ha scritto un messaggio a Donferri per iniettare dell’aria deumidificata all’interno dei cavi del viadotto per togliere tutta l’umidità. Donferri dal canto suo risponde che i cavi sono tutti corrosi, facendo quindi capire che questo intervento sarebbe stato altamente inutile e la risposta di Berti ha lasciato senza parole i militari:
“sti c***i io me ne vado”
Questi sono solo alcuni dei messaggi in cui è coivolto Donferri, infatti per il principale indagato sulla strage di Genova ci sono altre intercettazioni in merito:
“devi spendere il meno possibile. sono entrati tedeschi, cinesi…devo ridurre al massimo i costi e devo essere intelligente de portà alla fine della concessione…”
Intercettazione tra Donferri e i suoi collaboratori a seguito del crollo del Ponte di Genova.