I sindacati denuncerebbero della pericolosa promiscuità, oltre alla totale assenza nei carceri di dispositivi di protezione.
A lanciare l’allarme dell’aumento dei contagi da coronavirus all’interno dei carceri sarebbe stato il sindacato della polizia penitenziaria Osapp. Quest’ultimo, infatti, avrebbe inviato una lettera al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
I contagi nelle strutture di detenzione sarebbero aumentati notevolmente
Nel testo il sindacato avrebbe messo al corrente il Ministro, ed il capo del Dap, Bernardo Petralia, della difficile situazione a cui sono sottoposti i carceri nell’ultimo periodo a causa della pandemia.
“C’è una generale e quanto mai pericolosa promiscuità nei reparti detentivi, accompagnata dall’assenza di dispositivi di protezione individuale per i ristretti”.
A generare non poca perplessità nel segretario generale Leo Beneduci soprattutto le mancate restrizioni nei servizi come quello di traduzione o dei colloqui, i quali avvengono senza limitazioni tra detenuti e congiunti.
Sarebbero permesse visite anche da chi arriva da fuori Regione
Quest’ultimi incontri, infatti, sarebbero permessi persino a congiunti provenienti da altre Regioni. Non solo però, durante gli incontri gli ospiti riuscirebbero ad avere contatti fisici o persino a scambiarsi effusioni con i detenuti, eludendo le barriere di plexiglas installate durante il periodo del lockdown.
Insomma i carceri italiani, stando a quanto riportato dai sindacati, sarebbero una vera e propria zona franca dove le regole imposte per impedire la diffusione della pandemia non sono prese in considerazione.
“Il Dap avrebbe lasciato ogni responsabilità e adempimento alla scelta di Provveditori regionali e Direzioni di istituto penitenziario con ciò, in luogo della necessaria unitarietà d’intervento e di iniziativa, determinando una condizione variegata e quanto mai confusa”.
Questa, infine, la denuncia inviata dai sindacati il quale chiedono al più presto un intervento che elimini questa “anarchia” dalle prigioni italiane. A causa di questi comportamenti, infatti, in sole due settimane il numero di contagiati all’interno dei carceri sarebbe salito del 600%.