Il bambino di 11 anni morì nell’incendio doloso che appiccò Gianfranco Zani, che voleva vendicarsi della sua ex moglie.
Il dramma si consumò in una villetta del mantovano il 22 novembre del 2018.
La morte del piccolo Marco
Erano appena tornati da una comunità protetta per allontanarsi da quell’uomo che aveva più volte manifestato violenza nei loro confronti. Quel rientro a Ponteterra, frazione di Sabbioneta, è costato la vita al piccolo Marco.
Il bambino di 11 anni, il fratellino e la mamma erano stati allontanati dalla loro casa nel mantovano, perché il marito, Gianfranco Zani, li aveva più volte aggrediti e picchiati.
Quel drammatico giorno, il 22 novembre del 2018, nonostante il divieto di avvicinamento alla sua ex moglie e ai figli, l’uomo appiccò un incendio nella villetta di Ponteterra.
In quel rogo morì il figlio Marco, ucciso dai fumi dell’incendio, che non gli consentirono di cercare una via di fuga per tentare di mettersi in salvo. La mamma e l’altro fratellino riuscirono invece a salvarsi.
La conferma della condanna
Lo scorso venerdì i giudici della Corte d’Appello di Mantova hanno confermato la condanna a 14 anni per Gianfranco Zani. La corte ha comminato 8 anni per avere incendiato la villetta, delitto doloso, e 6 per la morte del figlio, delitto colposo.
Sulla sentenza si è pronunciata anche la mamma del bambino ed ex moglie dell’uomo, Silvia:
“Nessuno mi restituisce il mio angelo, speravo in una condanna esemplare”.
Gianfranco Zani aveva appiccato l’incendio per vendicarsi dell’ex moglie, che voleva separarsi.
L’uomo non ha mai ammesso di aver appiccato l’incendio che ha ucciso il secondogenito, ma solo di avere speronato, proprio pochi minuti dopo aver dato alle fiamme la casa, l’auto della ex moglie, che stava facendo ritorno dall’oratorio di Ponteterra dove era andata a prendere l’altro figlio.
Il piccolo Marco era rimasto solo in casa e non era riuscito ad uscire dalla sua stanza.