Sono stati scoperti allevamenti di visoni contaminati dalla pandemia da coronavirus SARS-CoV-2 anche in Europa, finora 16 i lavoratori infettati.
Alcuni casi positivi anche in Italia già ad agosto.
Coronavirus SARS-CoV-2 nei visoni in Europa
Sono stati scoperti in Grecia altri 4 focolai di coronavirus SARS-CoV-2 tra gli allevamenti di visoni. Il primo era stato segnalato il primo solo pochi giorni fa.
Non sembra avere battute d’arresto il cammino del coronavirus SARS-CoV-2 tra i visoni da allevamento per le pellicce.
La scoperta del primo focolaio in Grecia risale a pochi giorni fa, ora e ne sono stati individuati altri 4. Da quanto si conosce, sono almeno 16 i lavoratori delle strutture che risultano essere stati contagiati dal virus.
In paesi quali: Olanda, Danimarca, Svezia, Stati Uniti, Spagna e Italia sono stati riscontrati casi di positività al Covid-19 tra i visoni tenuti negli allevamenti intensivi. La Grecia, con la recente scoperta, va ad allungare la lista.
Sono quindi iniziati gli accertamenti con sequenziamento del genoma, per capire la linea di contagio.
Bisogna accertarsi se l’uomo, oltre ad avere introdotto il virus negli allevamenti (unica certezza ad oggi) tramite gli operatori all’interno degli allevamenti, possa a sua volta essere stato contagiato dai visoni (spillover inverso).
Milioni di animali abbattuti o da abbattere
Dopo i focolai in Danimarca (il governo ha deciso di abbattere 17 milioni di visoni e vietare l’allevamento per almeno tutto il 2021), anche la Polonia ha deciso di avviare uno screening con test diagnostici.
Come riferisce SkyTG24, i focolai in Svezia sono arrivati a 13, il primo era stato segnalato il 23 ottobre all’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale.
In Svezia si procede con accertamenti per verificare se gli allevatori malati di Covid-19 abbiano contratto il virus dai visoni.
Tuttavia, solo 200 campioni su 5 allevamenti sono stati eseguiti sui 350 presenti nel Paese.
La Lega Anti Vivisezione ( Lav) ha fatto sapere che, nonostante tutto, questo è un inizio. Tuttavia è stato messo in evidenza come molti allevatori dei visoni abbiano protestato, arrivando a negare l’accesso negli allevamenti ai servizi veterinari che dovevano “testare” loro animali.
Sembra che a seguito dell’epidemia la situazione sia fuori controllo, in tutta Europa.
Anche in Italia sono in corso test diagnostici in Abruzzo (Castel di Sangro). Sono intervenuti per un sopralluogo i carabinieri del NAS, “ma solo dopo” che la Lav ne aveva denunciato le violazioni.
Inoltre la Lav aveva riscontrato come, da parte degli operatori non si adottassero misure di bio-sicurezza necessarie (come indossare dispositivi di protezione individuali per evitare il contagio del coronavirus tra i visoni) .
Sono 8 gli allevamenti di visoni, tutti in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna ed Abruzzo secondo una nota della Lav, ed ognuno di loro rappresenta un potenziale serbatoio del coronavirus.
Oggi la produzione di pellicce, oltre che essere una pratica crudele nei confronti degli gli animali, è divenuta un’attività anche pericolosa per la salute pubblica.