Per il terribile omcidio della povera Marcella Boraso arriva la confessione con l’arresto di un complice che ha architettato tutto.
Sono state ricostruite le ultime ore di vita della povera Marcella Boraso, con la confessione e l’arresto di un complice.
Uccisa e casa data alle fiamme
Marcella Boraso aveva 59 anni e viveva in provincia di Venezia a Portogruaro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti – come riportano i media locali – la donna aveva trascorso la serata con i due complici.
Sembra infatti che la donna avesse scoperto che uno dei due ragazzi avesse tentato di rubarle dentro casa. Per questo motivo è stata uccisa per poi dare la casa alle fiamme il 21 luglio 2020.
I Vigili del Fuoco erano intervenuti immediatamente vista la segnalazione urgente dei vicini e una volta spento il fuoco si sono trovati dinanzi ad un cadavere di donna. Il medico legale dopo un rapido primario controllo aveva trovato sul corpo delle ferite sulla testa, per questo motivo si è compreso si trattasse di omicidio e non incidente. Scattano immediatamente le indagini per capire cosa fosse accaduto e chi avesse potuto compiere un gesto simile.
Le indagini e l’arresto dei due complici
In un primo momento è stato arrestato il ragazzo di 23 anni individuato come soggetto solito a frequentare la donna. Wail Boulaied di origini marocchine ha da subito negato ogni tipo di coinvolgimento con questo omicidio.
La svolta nei giorni scorsi quando il ragazzo ha confessato di aver ucciso la donna e poi dato fuoco all’appartamento per nascondere le tracce. Non solo, perché per fare tutto questo il ragazzo si è rivolto ad un complice: l’amico Mohammed Rabig di 21 anni.
Il complice è stato arrestato con accusa di omicidio e incendio doloso dai Carabinieri a seguito dell’Ordine di Custodia emesso dal Gip del Tribunale di Pordenone.