La morte dell’anziano risale allo scorso luglio ma solo dopo l’arresto della badante sono emersi i dettagli dell’omicidio.
Autopsia ed esame del Dna sulla macchina dell’89enne hanno incastrato la badante 26enne. Sarà ora il processo a valutare tutti gli indizi che la incastrano, ecco quali sono.
Anziano trovato morto in casa: la ricostruzione
La morte dell’anziano risale allo scorso luglio ma è emersa solo negli scorsi giorni a causa di un’incredibile svolta nelle indagini.
Protagonista Michelangelo Marchese, di 89 anni residente a Palma di Montichiaro in provincia di Agrigento.
L’anziano fu ritrovato morto il 14 luglio scorso da uno dei suoi figli che aveva allertato i vigili del fuoco dopo aver tentato di contattare il genitore.
La scoperta che le forze dell’ordine fecero appena entrati fu sconvolgente: l’anziano era legato ad una sedia, con le mani legate dietro la schiena, ormai privo di vita.
Le immagini, scattate subito, hanno ipotizzato una rapina poiché dall’appartamento dell’uomo in totale soqquadro, mancavano mille euro corrispondenti alla sua pensione.
Un altro elemento che indirizzò gli inquirenti fu l’assenza dell’auto di Michelangelo, una Fiat Panda.
Pochi giorni fa la svolta: la badante dell’uomo è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso l’anziano per rubargli la pensione come riporta anche il settimanale Giallo nel numero 48.
Chi è la badante arrestata: gli indizi che la incastrano
Nonostante i fatti risalgano a diversi mesi fa dunque solo ora emergono gli agghiaccianti particolari del delitto.
Innanzitutto dai risultati dell’autopsia si è dedotta la causa della morte dell’anziano ovvero il soffocamento dopo un’agonia molto lunga.
Inoltre la donna arrestata si è scoperto essere Mihaela Dana Chita, 26enne di origine rumena.
La giovane bruna e di corporatura esile aveva preso servizio a casa dell’anziano nei mesi precedenti la morte.
Inizialmente sospettata perché aveva già precedenti per furto, non era stata indagata per mancanza di prove.
La svolta di recente, quando è stata ritrovata l’auto dell’anziano: era in possesso di un amico della donna che ha testimoniato di averla ricevuta con lo scopo di farla sparire.
Anche le prime analisi sulla vettura hanno dato nuovi indizi poiché sarebbero emerse tracce di Dna di Mihaela.
La donna è stata arrestata ma il fermo non risulta convalidato dal giudice come si apprende su Giallo, la 26enne però dovrà restare per ora in carcere come disposto il giudice di Agrigento Luisa Turco, si legge su Agrigento Oggi.
L’accusa ritiene infatti di avere prove molto valide nonostante la donna continui a proclamarsi innocente come affermato dal suo legale Angelo Asaro.