Tre visoni positivi, anche se in forma lieve, al Covid-19 hanno decretato la fine di 30 mila esemplari, in un’azienda di Cremona.
Il visone può infatti trasmettere il virus all’uomo.
Trentamila visoni verranno abbattuti
L’azienda agricola di Cremona potrebbe vedere già da oggi, 1 dicembre, l’abbattimento di ben 30.000 esemplari di visoni “da pelliccia”, per il rischio di contaminazione da Covid-19.
Si tratta del più grande allevamento presente nel Paese. La decisione estrema è scaturita dalla scoperta, all’interno dell’allevamento, della positività di tre esemplari di visone.
Per quanto la loro positività sia ‘debole’, in linea con quanto è stato fatto in Europa a seguito del contagi da umano a visone, per non incorrere nello stesso rischio della Danimarca, il ministero della Salute ha stabilito l’abbattimento di tutti gli esemplari.
Il titolare dell’azienda, Giovanni Boccù, di 70 anni, nell’apprendere la decisione ha espresso il suo stato d’animo in questo modo:
“Ho pianto tutta la mattina, quarant’anni di lavoro in fumo con danni economici enormi”.
Il titolare dell’azienda Mi.Fo a Capralba, in provincia di Cremona, ha ricevuto la notifica lo scorso lunedì 23 novembre.
Abbattuti per un’ideologia
Il ministro Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza in cui viene richiesta la sospensione delle attività negli allevamenti fino a febbraio 2021.
Non solo, viene ordinato l’abbattimento di tutti gli esemplari presenti in allevamento anche in presenza di un unico caso positivo.
Boccù durante un’intervista rilasciata al Corriere della sera, ha voluto ribadire la sua convinzione, per cui le autorità sanitarie non stanno operando “realmente“ per la salute pubblica.
Si scaglia contro gli animalisti, i quali secondo il titolare farebbero ricorso a qualsiasi cosa per contestare l’allevamento.
Secondo il settantenne, la causa finale l’avrebbero trovata nel Covid che non è davvero presente nell’allevamento, visto che i tre animali erano solo debolmente contagiati.
In Danimarca il governo ha seppellito rapidamente e non in profondità gli animali abbattuti. Ora però deve fronteggiare una nuova emergenza, quella delle carcasse degli animali abbattuti e messi in fosse comuni che affiorano.
Questo perché il fosforo e l’azoto, frutto della decomposizione, possono essere la causa di un inquinamento ambientale.
A Cremona la fine di 30.000 animali, come riportato anche da Fanpage.it, avverrà tramite una ditta esterna, che provvederà anche all’incenerimento dei visoni.